Tumore maligno del fegato. Un cancro del fegato può essere primitivo o secondario (metastasi che provengono da un altro tumore).
Cancro primitivo del fegato
È un tumore maligno che si sviluppa a partire sia dalle cellule epatiche (carcinoma epatocellulare) sia dalle cellule delle vie biliari (colangiocarcinoma) o dei vasi (angiosarcoma). Il tumore primitivo del fegato in passato era raro in Europa e in America, ma la sua frequenza aumenta rapidamente; in Africa e in Asia è più frequente.
Epatocarcinoma o carcinoma epatocellulare È il tumore epatico più comune; nel 20% dei casi si sviluppa in un fegato sano, più frequentemente in uno già affetto da cirrosi epatica cronica.
Il carcinoma epatocellulare è spesso legato ai virus dell’epatite B e C, alla cirrosi alcolica e, a volte, alla contaminazione degli alimenti, soprattutto da aflatossina.
Colangiocarcinoma Molto più raro, è comune soprattutto nel Sudest asiatico, dove la sua diffusione è imputata ad alcune parassitosi.
Angiosarcoma È il più raro dei tumori primitivi del fegato; a volte è la conseguenza di intossicazioni croniche (cloruro di vinile, arsenico).
Sintomi e segni
Il carcinoma epatocellulare si manifesta con un fegato ingrossato, evidente alla palpazione, e uno stato febbrile pseudoinfettivo. Provoca un dolore moderato, localizzato nella parte superiore dell’addome, che spesso costituisce il primo sintomo della malattia. Si può anche manifestare con il peggioramento di una cirrosi preesistente e viene sempre più spesso rilevato grazie al monitoraggio sistematico di questa patologia.
Diagnosi ed evoluzione
La diagnosi si basa su ecografia, TC e biopsia epatica guidata dall’ecografia. Il rilevamento dell’a-fetoproteina nel sangue conferma la diagnosi: questa proteina, assente nel siero degli adulti sani o vittime di altre malattie epatiche, è presente nei due terzi dei malati di carcinoma epatocellulare. Il rischio di metastasi, di solito polmonari e ossee, è rilevante.
Trattamento
Comporta l’ablazione chirurgica del tumore, quando è praticabile, tramite epatectomia parziale. Sempre più di frequente, nei pazienti con cirrosi non avanzata, si effettua un trapianto di fegato.
Nelle forme non operabili, il trattamento si basa sulla chemioterapia generale o locale (iniezione del prodotto direttamente nel tumore con un catetere introdotto nell’arteria epatica) oppure sulla distruzione del tumore per alcolizzazione (iniezione locale di etanolo a scopo terapeutico), con sonde a radiofrequenza o sonde laser.
Prevenzione e prognosi
La prevenzione dei tumori primitivi del fegato si basa sulla lotta contro l’alcolismo, sulla vaccinazione precoce contro il virus dell’epatite B e sul trattamento delle epatiti B e C croniche. La diagnosi precoce dei carcinomi epatocellulari conseguenti a una malattia cirrotica può migliorare la prognosi, che attualmente rimane infausta.
Cancro secondario del fegato
Nei Paesi temperati è la forma più comune di cancro al fegato. Può manifestarsi come conseguenza di un tumore in un organo non direttamente correlato, pur essendo spesso secondario a tumori dell’apparato digerente (colon, stomaco, pancreas, vie biliari) e tumori ginecologici (utero, ovaio, mammella).
Un tumore secondario del fegato è detto sincrono quando viene scoperto nello stesso momento del tumore primitivo, caso che si verifica con sempre maggiore frequenza, metacrono se si manifesta dopo il trattamento del tumore primitivo.
Sintomi e segni
Il tumore secondario del fegato può manifestarsi con un’alterazione dello stato generale o con un ittero. L’esame clinico può rilevare, alla palpazione, un grosso fegato nodulare, più o meno dolente.
Diagnosi e trattamento
La diagnosi si basa su ecografia, TC, risonanza magnetica e biopsia, indispensabile per confermare il coinvolgimento del fegato. Quando possibile, il trattamento è di tipo chirurgico (ablazione del tumore). Nelle forme diffuse si utilizza la chemioterapia generale o locale (iniezione del farmaco o dei farmaci tramite un catetere posto nell’arteria epatica). La prognosi dei tumori secondari rimane riservata.