Rachianestesia
Anestesia regionale dell’addome e degli arti inferiori, ottenuta iniettando un anestetico nel canale spinale. Trova impiego nella chirurgia del basso apparato urinario (vescica), dell’apparato genitale femminile, dell’ano e degli arti inferiori, soprattutto nell’anziano, e talvolta in caso di taglio cesareo praticato d’urgenza. La rachianestesia (detta anche anestesia spinale lombare), ha un effetto più rapido dell’anestesia peridurale, ma a differenza di questa non può essere effettuata per interventi di durata superiore alle 2 ore e mezzo.
Principio
Si inietta un anestetico locale nel liquor cerebrospinale, all’altezza delle radici nervose della cauda equina; nel giro di qualche minuto il prodotto determina il blocco sensitivo e motorio completo di una regione più o meno estesa della parte inferiore del corpo (comunque non più in alto del basso addome).
Svolgimento
La rachianestesia si esegue dopo aver predisposto una perfusione endovenosa, sotto monitoraggio della pressione arteriosa e del ritmo cardiaco. Il paziente, seduto sul bordo del tavolo operatorio o disteso sul fianco, viene invitato a curvare il rachide in modo che le vertebre si separino l’una dall’altra. Dopo aver introdotto un trequarti (grosso ago cavo che funge da guida) attraverso la cute, tra due vertebre lombari, si fa penetrare lentamente un ago sottile sino a far rifluire il liquor cerebrospinale, quindi si inietta l’anestetico nell’ago mediante una siringa.
Effetti indesiderati
Molto rari, possono insorgere durante l’anestesia o nelle ore successive: nausea e vomito, calo della pressione arteriosa, transitoria ritenzione di urina, cefalea. Gli incidenti neurologici (paralisi), molto più gravi, sono rarissimi.
Cerca in Medicina A-Z