Neurosifilide
Manifestazione neurologica della sifilide che si osserva durante il terzo stadio della malattia.
Sintomi e segni
Talvolta la neurosifilide insorge piuttosto presto (da 1 a 5 anni dopo l’esordio della sifilide), dando luogo a meningite (cefalea, nausea, vomito, rigidità della nuca) o ad alterazioni dello stato di coscienza. Tuttavia, nella maggior parte dei casi si manifesta solo a distanza di molti anni (da 5 a 35) dall’esordio dell’infezione, in malati non sottoposti a cure o trattati in modo inadeguato. Nei primi 10 anni può dar luogo a ictus cerebrale, per l’interruzione o la diminuzione della circolazione sanguigna. I sintomi più tardivi sono: l’assenza di reazione della pupilla alle variazioni luminose, detta anche segno di Argyll-Robertson (o pupilla di Argyll-Robertson); una tabe, lesione del midollo spinale cui conseguono dolore agli arti inferiori e mancata coordinazione dei movimenti, che si aggrava quando il malato chiude gli occhi; un danno cerebrale (una forma di encefalite detta paralisi generale progressiva) che si manifesta con delirio, disturbi dell’umore e indebolimento delle facoltà intellettuali; in molti casi patologie neurotrofiche (artropatie nervose, ulcerazioni della pianta dei piedi).
Diagnosi
La diagnosi di neurosifilide viene confermata dai test sierologici, eseguiti sul sangue e sul liquor cerebrospinale, in particolare dal test di Nelson.
Trattamento
Il trattamento della neurosifilide (come della sifilide in generale) consiste nella somministrazione di antibiotici (penicillina) per via endovenosa. A questo stadio di solito permette solo un miglioramento parziale o una stabilizzazione dei disturbi.
Prevenzione
La prevenzione della neurosifilide comporta il trattamento precoce di qualunque forma di sifilide, allo stadio primario e secondario, e in generale la prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale (utilizzando i preservativi).
Cerca in Medicina A-Z