Malaria -Il ciclo vitale del plasmodio
I parassiti malarici hanno un ciclo vitale molto complesso, che si svolge in due ospiti: uomo e zanzara. L’infezione è trasmessa all’uomo solo dalla femmina della zanzara Anopheles. Per poter sviluppare le uova le zanzare devono nutrirsi di sangue ed è in occasione di questi “pasti” che la zanzara inocula i parassiti contenuti nelle ghiandole salivari. Esistono circa 430 specie di Anopheles, ma soltanto 30-50 sono in grado di fungere da vettori della malattia. Dopo l’inoculazione da parte della zanzara in forma di sporozoiti, i plasmodi raggiungono il fegato in circa mezz’ora e vi si moltiplicano (periodo senza sintomi definito di incubazione, variabile secondo le specie tra 7 e 30 giorni).
Quando il parassita ha completato il proprio sviluppo nelle cellule epatiche (da un singolo sporozoita possono nascere fino a 20.000 merozoiti), entra nel circolo sanguigno e penetra nei globuli rossi: qui inizia il proprio sviluppo dallo stadio detto di trofozoita (la fase più giovane) a quello detto di schizonte (il parassita più maturo). Completato lo sviluppo nel globulo rosso, il parassita ne esce distruggendolo e parassitando nuovi eritrociti: si rinnova così il ciclo, che dura in media 48 ore nei plasmodi falciparum, vivax e ovale e 72 ore nel Plasmodium malariae. Alcuni trofozoiti si trasformano in gametociti, che sono in grado di infettare la zanzara durante il suo “pasto” di sangue e moltiplicarsi al suo interno fino a raggiungere lo stadio di sporozoiti nelle ghiandole salivari da cui, in occasione di un nuovo pasto di sangue sull’uomo, ricomincia il ciclo. Contrariamente all’uomo, la zanzara non subisce danni dalla presenza del parassita.
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