LINFOMILEUCEMIE -Leucemia mieloide cronica
Si tratta di una neoplasia caratterizzata dall’aumentata proliferazione di granulociti (un tipo particolare di globuli bianchi) e dei loro precursori. La cellula malata è la cellula staminale, il precursore comune delle varie filiere maturative che portano alle cellule del sangue: pur neoplastica, questa cellula conserva la sua capacità di differenziarsi e maturare.
Il decorso è inizialmente subdolo e non sintomatico, ma la malattia, se lasciata a sé, evolve mediamente nell’arco di 4 anni da una fase cronica, di lenta evoluzione, a una accelerata e quindi alla cosiddetta crisi blastica, una trasformazione della leucemia da cronica ad acuta caratterizzata da un’evoluzione sfavorevole.
All’esordio, in fase cronica, i sintomi (quando vi sono) si presentano gradualmente: affaticabilità, disturbi addominali e senso di sazietà precoce provocato dall’ingrandimento della milza. Altre volte la diagnosi viene posta in modo casuale, in presenza di alterazioni dell’esame emocromocitometrico eseguito per altri motivi. I globuli bianchi nel sangue sono elevati, con valori di solito superiori ai 25.000 per millilitro, con aumento dei granulociti neutrofili e dei loro precursori, presenti normalmente nel midollo osseo ma non nel sangue circolante. Spesso è presente anemia, con un numero variabile di piastrine. Attualmente è disponibile una cura molto efficace, che si avvale di farmaci capaci di bloccare specificamente la proteina tirosinochinasica (imatinib, dasatinib).
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