LINFOMILEUCEMIE -Leucemie acute
A seconda che il processo tumorale interessi la linea linfoide o quella mieloide, possono originarsi leucemie acute linfoidi (o linfoblastiche) e leucemie mieloidi (o mieloblastiche). Entrambe sono caratterizzate dall’accumulo di blasti nel midollo e nel sangue circolante che, se in quantità elevata, possono invadere altri organi e tessuti provocando alterazioni delle loro funzioni.
I sintomi e i segni della malattia sono legati all’assenza delle cellule mature del sangue, normalmente prodotte dal midollo osseo, e consistono in:
- mancanza di globuli rossi, che comporta uno stato di anemia con pallore, facilità a stancarsi, affanno sotto sforzo;
- carenza di globuli bianchi, specie dei granulociti neutrofili, che aumenta la suscettibilità alle infezioni;
- carenza di piastrine, che facilita l’insorgenza di emorragie (diatesi emorragica) con rischio di sanguinamento in vari organi e apparati, compresa la cute ove si possono rilevare ecchimosi e petecchie (lesioni a macchioline puntiformi, di colore rosso vivo).
A seconda dell’aspetto e delle caratteristiche delle cellule presenti nel paziente, si possono riconoscere diversi sottotipi di leucemie acute linfoidi e mieloidi, con una varietà di manifestazioni cliniche sovrapponibili tra loro (almeno nei tratti principali) ma una risposta alle cure e un decorso a volte assai diversi.
Nella maggior parte dei casi il fattore scatenante la leucemia è sconosciuto, anche se è noto che alcuni tipi di esposizione ambientale (benzene, radiazioni ionizzanti, farmaci antiblastici) ne aumentano il rischio.
Il conteggio dei globuli bianchi può essere basso, normale o marcatamente elevato; specie se le piastrine sono meno di 20.000 per ml di sangue si possono manifestare fenomeni emorragici (epistassi, sanguinamenti gengivali, emorragie congiuntivali, talora sanguinamenti del tubo digerente o del sistema nervoso centrale). Le infezioni da batteri e funghi sono frequenti soprattutto se i granulociti neutrofili sono bassi e vi sono soluzioni di continuo della cute e delle mucose.
Il trattamento si basa sulla chemioterapia, condotta secondo posologie molto intensive, con associazioni di più farmaci. Scopo della terapia è ottenere la “remissione ematologica completa”, cioè una condizione in cui le cellule leucemiche non sono più riconoscibili a livello sia del sangue circolante sia del midollo; arrestare il trattamento a questo punto tuttavia comporta di norma una ricaduta della malattia, per cui la terapia deve essere continuata oltre questo limite. Attualmente sono disponibili sofisticate tecniche diagnostiche che consentono di apprezzare la presenza della malattia anche a livelli minimi, con la possibilità di rilevare una cellula tumorale anche tra migliaia di cellule normali.
Una certa quota di leucemie acute, quelle a previsione di evoluzione più favorevole, può essere guarita dalla sola chemioterapia.
In altre forme, per le quali si prevede una prognosi sfavorevole, la terapia - quando possibile - deve essere integrata da procedure che prevedono il trapianto.
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