LINFOMILEUCEMIE -Linfoma di Hodgkin
La classificazione dei linfomi distingue innanzitutto tra linfoma di Hodgkin (suddiviso in cinque sottotipi) e linfomi non Hodgkin. Il primo è un tumore delle cellule giganti di Reed Sternberg, derivate dai linfociti e circondate da cellule normali di tipo reattivo: si manifesta come una tumefazione linfonodale, senza particolari sintomi o associata a febbre, sudorazioni notturne, calo ponderale. La localizzazione iniziale può anche essere a carico di linfonodi profondi, per esempio mediastinici; la diffusione della malattia tende ad avvenire “per contiguità” nei gruppi linfonodali. La terapia si fonda sulla chemioterapia e sui cosiddetti protocolli di terapia, schemi ampiamente collaudati che prevedono farmaci e radioterapia: con questo approccio risulta curabile poco meno del 90% dei casi.
I pazienti che non rispondono alla terapia iniziale sono avviati alla cosiddetta terapia di salvataggio, che prevede alte dosi di chemioterapici e l’autotrapianto di cellule staminali: tale procedura è in grado di curare circa la metà di questo (peraltro esiguo) gruppo di soggetti che non hanno risposto positivamente ai trattamenti standard.
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