Intelligenza emotiva -Perché è importante avere attenzione per le emozioni?
L’attenzione all’intelligenza emotiva è fondamentale per motivi sia clinici sia relazionali.
Aspetti clinici Nella società occidentale moderna si sta assistendo a un netto aumento degli indicatori di malessere emozionale soprattutto nell’età giovanile: disturbi depressivi, ansia, attacchi di panico, malattie correlate allo stress, disturbi psicosomatici, criminalità, omicidi e suicidi, abuso di droghe, alcolismo ecc. Lo stress è riconosciuto come una delle cause più frequenti di malattia e, in linea di massima, è spesso associato a un insieme di emozioni sgradevoli non elaborate (frustrazione, tristezza, depressione ecc.). Molte volte, poi, ci si rivolge ai servizi sanitari (medico di famiglia, ospedale, consultorio) più per cercare supporto emotivo che per risolvere i propri problemi (per esempio, sintomi fisici), tanto che molti esami diagnostici vengono effettuati dal medico più per rassicurare il paziente che per un fondato sospetto di malattia. Secondo gli esperti, tutto ciò sembra correlato soprattutto al fatto che il rapido e continuo progresso scientifico, caratterizzato da un’eccessiva attenzione agli aspetti tecnici e razionali, ha lasciato in secondo piano proprio gli aspetti emotivi e soggettivi dell’essere umano. D’altra parte, spesso in medicina si osserva che i disturbi e i problemi delle persone non vengono risolti semplicemente riportando alla normalità le alterazioni biologiche: vi è “qualcos’altro” che entra in gioco nel determinare il livello di benessere e salute di un individuo. Non a caso per l’Organizzazione Mondiale della Sanità la salute è stata definita come “uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non la semplice assenza di malattia”. In altre parole, la dimensione fisico-biologica non può essere considerata completamente indipendente dalla sfera emozionale, psicologica e relazionale dell’individuo (concezione olistica dell’essere umano) e viceversa.
Le emozioni rappresentano il punto di legame tra corpo, mente e vita relazionale dell’essere umano. Nel 1974 Rober Ader aprì la strada allo studio del rapporto tra psiche e corpo che lo portò a coniare quella branca della medicina oggi nota come psico neuro endocrino immunologia (PNEI). Da allora, numerose ricerche hanno contribuito a studiare la reciproca influenza tra emozioni e stato di salute, mediata dal sistema endocrino (ossia dagli ormoni prodotti da ghiandole come l’ipofisi, la tiroide e i surreni ecc.) e dal sistema immunitario. Gli studi hanno evidenziato, per esempio, che emozioni come rabbia, paura e tristezza possono determinare – soprattutto quando cronicizzate – una maggiore propensione a sviluppare alcuni tipi di malattia, mentre emozioni come fiducia, ottimismo, serenità e felicità, al contrario, sono associate a una minore incidenza di malattie. Le persone che sperimentano o hanno sperimentato stati cronici di ansia, tristezza, pessimismo e ostilità presentano un rischio almeno doppio di ammalarsi di patologie come asma, emicrania, ulcera gastrica e cardiopatie, rispetto a chi invece è capace di gestire meglio la propria emotività ed è più soddisfatto della propria vita affettiva e sentimentale.
Aspetti relazionali Le emozioni rappresentano una componente fondamentale di qualunque relazione interpersonale, privata (per esempio, relazione di coppia) o professionale (relazione di aiuto). L’attenzione alla sfera emotiva e la capacità di esplorarla rientrano tra le abilità comunicative fondamentali che ogni professionista che opera in campo assistenziale (medico, psicologo, infermiere ecc.) dovrebbe possedere, poiché diversi sono i vantaggi che essa può comportare sia per gli operatori sia per gli utenti. Innanzitutto, gli operatori possono riuscire a raccogliere informazioni qualitativamente e quantitativamente migliori e a identificare i problemi dei loro clienti in modo più accurato e preciso. Chi è attento alle emozioni presenta una maggiore capacità di ascoltare gli altri, di essere recettivo nei confronti dei bisogni altrui e di facilitare la comprensione e la gestione di situazioni difficili. Al contrario, la disattenzione alla dimensione delle emozioni e dei sentimenti si può ripercuotere non solo sulla relazione stessa, deteriorandola e quindi facendo venire meno il rapporto di fiducia tra i due individui coinvolti in essa, ma anche sugli obiettivi ultimi che la relazione si pone nello specifico.
Cerca in Medicina A-Z