Intelligenza emotiva -Gestione delle relazioni
Significa essere capaci di relazionarsi in maniera positiva con gli altri, mantenendo un clima relazionale globale soddisfacente e gestendo al meglio e in modo costruttivo gli eventuali conflitti. Poiché i problemi e i conflitti fanno parte di ogni tipo di relazione, un individuo risulta “emotivamente intelligente” non quando “non ha problemi”, ma quando è in grado di riconoscere la presenza dei problemi e soprattutto di mettere in atto strategie positive finalizzate a trovare soluzioni costruttive a essi. Nella gestione delle relazioni e dei conflitti, una delle strategie principali è innanzitutto quella di evitare i cosiddetti comportamenti bloccanti, cioè tutti quegli atteggiamenti che possono ostacolare, se non francamente bloccare, le comunicazioni: interrompere l’altro mentre parla, cambiare discorso, focalizzarsi solo su alcuni aspetti (per esempio su quelli di cui si ha più conoscenza o più tecnici), sorvolare sulla situazione, parlare troppo lasciando poco spazio e tempo all’altro di replicare, parlare “sopra” l’altro, giudicare, rassicurare subito, replicare con ironia o con battute, aggredire l’altro verbalmente e così via. Un altro errore frequente è quello di “prescrivere le emozioni” (“Non preoccuparti”; “Stai calmo”; “Non avere paura”; “Non essere triste”; “Sii allegro/a”; “Tirati su” ecc.). In questi casi, infatti, sebbene da una parte l’ascoltatore dimostri di avere riconosciuto una determinata emozione dell’altro, dall’altra sembra però che non la accetti, passando subito a proporre soluzioni (peraltro difficilmente realizzabili). Tale atteggiamento in genere andrebbe evitato, perché può bloccare l’ulteriore espressione emotiva del soggetto a disagio. Al contrario, per un’appropriata gestione delle relazioni risultano indispensabili sia la capacità di fare domande che diano libertà all’altro di esprimersi, sia il cosiddetto ascolto attivo (cioè la capacità di ascoltare non solo con l'udito, ma anche con la mente e con il cuore, ovvero il cercare di comprendere profondamente il vissuto dell’altro). Se proprio non si sa cosa dire, alle volte è meglio tacere e rimanere in silenzio, ma presenti. In ogni caso, i sentimenti e le emozioni altrui vanno sempre considerati come unici, preziosi, significativi per quella persona in quel preciso momento, qualunque essi siano.
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