Distocia
Ostacolo o impedimento al normale svolgimento del parto; può avere origine materna o fetale.
Distocie di origine materna Le distocie cervicali, che riguardano il collo uterino, sono dovute in genere a una rigidità (da ricollegare ad anomalie della contrazione dell’utero) o a una mancata apertura del collo uterino o, ancora, a un restringimento cicatriziale prodottosi in seguito a cauterizzazione o precedente intervento chirurgico.
Distocie dinamiche Sono dovute ad anomalie della contrattilità uterina: quando le contrazioni sono troppo deboli la diminuzione del tono muscolare le priva di ampiezza o le rende troppo distanti l’una dall’altra, mentre quando sono eccessive l’aumento del tono muscolare le rende ancora più forti. Nel primo caso si produce inerzia (o atonia) dell’organo, che una perfusione di ossitocina aiuta a risolvere; nel secondo caso, osservabile quando un ostacolo impedisce la progressione del feto, si può decidere per un parto cesareo.
L’aumento delle contrazioni può avvenire spontaneamente durante il travaglio, ma anche essere provocato dalla somministrazione di ossitocina, nell’induzione artificiale del parto.
Distocie da ostacolo Sono dovute sia alla presenza nel piccolo bacino di una cisti ovarica o di un fibroma davanti al feto, che ne impedisce la discesa, sia alla cosiddetta placenta previa, cioè a un’anomala disposizione della placenta nell’utero che interferisce con l’espulsione.
Distocie ossee Sono ricollegabili alla forma anomala del bacino materno o alle sue ridotte dimensioni. Questo tipo di distocie può essere previsto sin dall’inizio della gravidanza: lo studio degli antecedenti, l’esame clinico e le misurazioni del bacino (i cui risultati possono essere ulteriormente precisati dalla radiopelvimetria) forniscono infatti una diagnosi affidabile.
Talvolta il problema osseo è così evidente da rendere necessaria l’esecuzione del cesareo senza neppure aspettare il travaglio. Se invece la distocia ossea è di minore entità, la prognosi non è prevedibile durante la gravidanza e occorre attendere il parto; in tal caso un breve periodo di osservazione (prove di travaglio) può essere decisivo per stabilire la linea di condotta da tenere.
Distocie delle parti molli Dipendono da ostacoli vaginali (stenosi, vaginismo, cisti) o perineali (vulva troppo stretta, esiti cicatriziali di ustioni estese). In questi casi, l’episiotomia allarga l’orifizio e così da permettere il passaggio del bambino.
Distocie di origine fetale Queste distocie, riconducibili ad alcune presentazioni del feto, possono essere relative (presentazione podalica nella primipara, che a sua volta può essere completa o incompleta, o presentazione di faccia) o assolute (presentazioni con la fronte o la spalla). Spetta al medico valutare se il parto può aver luogo per via naturale o se occorra praticare il cesareo.
Anche un feto di notevoli dimensioni può rendere il parto difficoltoso. Le dimensioni eccessive possono essere globali o localizzate (idrocefalo, tumori del collo e della regione sacrococcigea, spalle troppo larghe). In questo caso si rende sempre necessario il taglio cesareo.
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