Cure palliative -Cure palliative: aspetti operativi
Gli aspetti operativi delle cure palliative non possono prescindere da alcune considerazioni legate alla società moderna e alla bioetica.
Il contesto culturale che oggi caratterizza il morire è dominato dalla negazione della morte. «Attorno alla morte non c’è cultura, non ci sono parole o simboli capaci di far vivere socialmente questo evento, che permettano di parlare della morte insieme con il morente. Oggi si assiste alla “medicalizzazione” del morire e si vorrebbe programmarlo (ritardarlo/anticiparlo), in ogni modo dominarlo.» (Corrado Viafora)
Tutto ciò porta a una strategia basata sulla negazione o sul controllo: proteggere il malato dalla consapevolezza della morte, concentrare ogni sforzo per prolungare la vita a qualunque costo (accanimento terapeutico) o, al contrario, tentare di anticipare la morte (eutanasia).
È però possibile pensare a una strategia diversa, quella dell’accompagnamento, che ha come presupposti antropologici il riconoscere che il morente è un persona, che ha una dignità intrinseca, di per sé, capace fino all’ultimo di fare della propria vita un’esperienza di crescita e di compimento.
Le decisioni da prendere durante il periodo dell’accompagnamento appartengono alla sfera della bioetica. Esse coinvolgono sempre più questioni radicali, in cui è in gioco il senso umano della vita nei suoi momenti più significativi (il nascere, il soffrire, il morire). È questo il motivo principale per cui il campo sanitario è diventato il luogo dove più immediatamente si scontrano le diverse impostazioni morali presenti nella nostra società.
Per rendere schematici e sintetici i compiti di chi si appresta ad accompagnare malato e famiglia all’incontro con il «confine alto della vita» (secondo la definizione che della morte ha dato il filosofo Antonio Autiero) può essere utile leggere e riflettere sull’ABCD delle cure palliative.
Cerca in Medicina A-Z