Cure palliative -Le cure palliative domiciliari
L’hospice non rappresenta, però, la soluzione ottimale per le cure palliative; il luogo naturale dove assistere e accompagnare il malato nella parte finale del percorso di malattia deve infatti restare la sua casa. Per questo il Ministero della salute italiano ha inserito le cure palliative domiciliari nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), ovvero in quei servizi che debbono essere garantiti a tutti i cittadini.
La diffusione sul territorio italiano di questi servizi, previsti dalla legge in ragione di almeno uno per azienda sanitaria, è ancora molto carente. Nel 2006 i centri pubblici di cure palliative erano 229, quelli sostenuti da privati 32, quelli gestiti da Onlus 194. Come è facile intuire, la distribuzione non è omogenea, con gravi carenze nelle regioni del Centro e del Sud.
Le cure palliative presso il domicilio del malato dovrebbero prevedere vere e proprie équipe di “curanti”: medico di famiglia, specialista, infermiere, fisioterapista, psicologo, assistente sociale, assistente spirituale, volontari e così via. Nella realtà osservata più frequentemente, però, in questa fase delle cure, il maggior carico di lavoro è sostenuto dal medico di famiglia e dall’infermiere, che spesso incontrano grandi difficoltà nel garantire un’efficace continuità assistenziale.
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