Cure palliative -B. Identificare e comprendere i bisogni
Il bisogno della verità Riguarda non tanto la conoscenza dettagliata della malattia, quanto della sua prognosi, in altre parole delle prospettive che essa prefigura per il futuro del malato. Negargli la possibilità di conoscere il proprio destino significherebbe infatti negargli anche la possibilità di esercitare il diritto di scelta (principio di autodeterminazione). Il problema, tuttavia, non è contenibile entro l’alternativa “dire o non dire”; è molto importante valutare anche tempi e modi.
Il bisogno di vivere la terminalità I malati chiedono di poter vivere la fase terminale (con il termine morente è come se li si condannasse già a un periodo di “non vita”). La possibilità di vivere dipende da quella di esprimere i propri reali sentimenti: rifiuto-negazione, rabbia-collera, negoziazione-patteggiamento, depressione-disperazione, accettazione-accoglienza.
Il bisogno di percepire attorno la stima per la propria persona Il senso di svalutazione che, a causa del deterioramento prodotto dall’avanzare del male, il malato può avvertire, dipende molto dall’attitudine e dallo “sguardo” degli altri.
L’ammalato si percepisce in larga misura per come è percepito. Lo sguardo di chi assiste può quindi confermare oppure addirittura amplificare il senso di svalutazione.
Il bisogno di tenerezza Nel malato terminale il ragionamento logico è perturbato. Emerge una sorta di “coscienza affettiva”. Le parole diventano povere. È il tempo in cui serve semplificare le cose; è il tempo della tenerezza attraverso gli sguardi, il sorriso, le carezze e così via.
Il bisogno spirituale Il bisogno di carattere spirituale emerge sempre: perché sto soffrendo? Qual è il senso di tutto questo? Della vita, della morte? Che cosa ho fatto di male? Vorrei essere perdonato… Non è sempre necessario dare risposte di contenuto, è importante “esserci”, poiché il travaglio spirituale ha bisogno di un testimone.
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