Metodo contraccettivo diBilLings -Il metodo di Billings: presupposti, descrizione, efficacia
La fertilità del ciclo dipende dall’ovulazione e da un’adeguata secrezione di muco cervicale. L’ovulazione si verifica in un unico giorno del ciclo e la cellula uovo può essere fecondata solo entro 12-24 ore; è sempre preceduta dalla produzione dal collo dell’utero di un particolare tipo di muco, per l’azione degli ormoni estrogeni ovarici.
La presenza di muco con caratteristiche di fertilità consente agli spermatozoi di sopravvivere fino a 3-5 giorni e di risalire nelle vie genitali femminili, altrimenti morirebbero in brevissimo tempo nell’ambiente acido vaginale.
Mediante la rilevazione quotidiana del sintomo del muco (sensazione percepita a livello vulvare ed eventuale rilevazione visiva esterna), la donna può identificare la fase fertile in tempo utile sia per ricercare, sia per distanziare la gravidanza.
I parametri di riferimento del metodo sono essenzialmente due: il Quadro non fertile di base (QNFB) e il sintomo del picco.
Il QNFB identifica la fase non fertile preovulatoria dopo la fine del flusso mestruale; può essere di “asciutto” o di “perdita che non si modifica” e riflette una relativa inattività ovarica, con bassi livelli di estrogeni.
In questo periodo il collo dell’utero è chiuso da un “tappo” di muco impenetrabile (muco G-Odeblad).
Il primo cambiamento nella sensazione, accompagnato o meno da comparsa di muco, indica l’inizio della fertilità.
Il follicolo ovarico in maturazione produce estrogeni in modo crescente con stimolo del collo dell’utero a secernere muco sempre più fluido (muco L, S, P-Odeblad), altamente ricettivo agli spermatozoi, che determina una sensazione sempre più intensa di bagnato, di lubrificazione.
Avvenuta l’ovulazione, l’ovaio produce un altro ormone, il progesterone, che modifica bruscamente il muco cervicale che torna denso, vischioso e impenetrabile agli spermatozoi (muco G).
Il cambiamento del sintomo consente alla donna di identificare il cosiddetto giorno del picco, ossia l’ultimo giorno di sensazione di lubrificazione, accompagnato o meno alla rilevazione di muco fluido: è il momento più fertile del ciclo, strettamente correlato con l’ovulazione, e consente di determinare la fine del periodo fecondo. La fase non fertile postovulatoria va dal quarto giorno dopo il picco al flusso mestruale successivo, che avviene circa due settimane dopo l’ovulazione.
Il metodo è utilizzabile anche in cicli irregolari, in cui l’ovulazione manca o si verifica con ritardo, e risulta applicabile in tutte le situazioni della vita riproduttiva, compresi momenti di stress, allattamento al seno, premenopausa, sospensione della pillola contraccettiva.
Numerosi studi hanno dimostrato che l’andamento della secrezione del muco rispecchia fedelmente la situazione ormonale del ciclo.
Il metodo ha un’elevata efficacia, se correttamente insegnato, appreso e applicato.
Uno studio dell’OMS (1981) in paesi con diverse condizioni economiche, sociali, sanitarie (India, Nuova Zelanda, Filippine, Irlanda, El Salvador) riporta un’efficacia del 97,8%, pari a un tasso di gravidanza del 2,2% (Indice di Pearl). Studi più recenti (Cina 1994, India 1996) riferiscono, rispettivamente, tassi di 1,02 e 1,1 in dodici cicli d’uso.
Fonti che riportano percentuali più elevate includono gravidanze da uso consapevole di giorni fertili, che non sono attribuibili a limite biologico del Billings.
La scelta di un metodo naturale implica che la responsabilità della pianificazione familiare sia affidata alla coppia, la quale, riconoscendo i segnali di fertilità, potrà decidere liberamente e consapevolmente di evitare il concepimento o di aprirsi alla possibilità di avere un figlio.
Il metodo è di aiuto nella ricerca della gravidanza anche per coppie subfertili, con buoni tassi di successo, come confermano studi condotti in Australia (Billings EL 2005): i dati emersi in questa occasione riportano infatti un 94,6% di gravidanze in donne presumibilmente fertili, mentre per le coppie subfertili la percentuale dei successi è stata del 59,6%.
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