CABERGOLINA SAN FL 2CPR 0,5MG -Avvertenze e precauzioni
Generali:
La valutazione circa l’efficacia e la sicurezza di cabergolina nei pazienti con malattie renali ed epatiche è limitata. Come con altri derivati ergotaminici, cabergolina deve essere somministrata con cautela in pazienti con gravi malattie cardiovascolari, ipotensione, sindrome di Raynaud, ulcera peptica o emorragia gastrointestinale, o anamnesi di gravi disturbi mentali, in particolare disturbi psicotici, o dove c’è un rischio di psicosi post-parto. Attualmente non sono noti gli effetti dell’alcool sulla tollerabilità generale di cabergolina.
Durante la somministrazione di cabergolina, può manifestarsi ipotensione sintomatica, soprattutto quando la somministrazione avviene in concomitanza con altri medicinali che abbassano la pressione sanguigna.
È consigliabile un controllo periodico della pressione sanguigna nei primi 3-4 giorni dopo l’inizio del trattamento.
Inibizione/soppressione della lattazione fisiologica:
La cabergolina non deve essere usata nelle donne con ipertensione indotta dalla gravidanza, per esempio, preeclampsia o ipertensione post-parto, vedere paragrafo 4.3.
Una singola dose di 0,25 mg di cabergolina non deve essere superata nelle donne che stanno allattando che sono trattate per la soppressione della lattazione avviata al fine di evitare potenziale ipotensione posturale (vedere paragrafo 4.2).
Trattamento dei disturbi di iperprolattinemia:
Poiché l’iperprolattinemia con amenorrea e infertilità può essere associata a tumori ipofisari, prima di iniziare il trattamento con cabergolina si consiglia una completa valutazione dell’ipofisi cercando la causa dell’iperprolattinemia.
Si consiglia il controllo dei livelli di prolattina sierica ad intervalli mensili, poiché, una volta raggiunto il regime terapeutico efficace, si osserva solitamente una normalizzazione della prolattina sierica entro 2-4 settimane.
Alla sospensione di cabergolina, si osserva di solito una recidiva di iperprolattinemia. Tuttavia una persistente soppressione dei livelli di prolattina si è osservata per più mesi in alcuni pazienti.
La cabergolina ripristina l’ovulazione e la fertilità nelle donne con ipogonadismo iperprolattinemico.
Prima della somministrazione di cabergolina si deve escludere una gravidanza. Poiché l’esperienza clinica è ancora limitata e il medicinale ha una lunga emivita, come misura precauzionale, una volta che sono stati raggiunti cicli ovulatori regolari, alle donne in cerca di gravidanza si raccomanda di interrompere l’assunzione di Cabergolina Sandoz 0,5 mg compresse un mese prima del concepimento previsto.
Poiché una gravidanza può subentrare prima del ripristino delle mestruazioni, si raccomanda un test di gravidanza almeno ogni 4 settimane durante il periodo dell’amenorrea e, una volta che le mestruazioni sono riprese, ogni volta che un periodo mestruale ritarda per più di 3 giorni. Le donne che desiderano evitare la gravidanza devono essere avvertite di usare metodi contraccettivi meccanici durante il trattamento con cabergolina e dopo la sospensione della cabergolina fino alla ricomparsa di anovulazione. Come misura precauzionale, le donne che rimangono incinta devono essere monitorate per rilevare i segni di ingrossamento dell’ipofosi in quanto durante la gestazione può verificarsi l’espansione di tumori ipofisari preesistenti.
Fibrosi, valvulopatia cardiaca ed eventuali fenomeni clinici correlati:
In seguito all’uso prolungato di derivati dell’ergot con attività agonista per il recettore serotoninergico 5HT2B, come cabergolina, si sono manifestati disturbi fibrotici e infiammatori a carico delle sierose, quali pleurite, versamento pleurico, fibrosi pleurica, fibrosi polmonare, pericardite, versamento pericardico, valvulopatia cardiaca a carico di una o più valvole (aortica, mitralica e tricuspide) o fibrosi retroperitoneale. In alcuni casi i sintomi o le manifestazioni di valvulopatia cardiaca sono migliorati in seguito all’interruzione della terapia con cabergolina.
In concomitanza con l’insorgere di effusione/fibrosi pleurica è stato rilevato un incremento anormale della velocità di sedimentazione degli eritrociti (VES). Nel caso la VES aumenti in modo inspiegabile oltre i valori normali si raccomanda una radiografia del torace. La misurazione dei livelli sierici di creatinina può essere anche di aiuto nella diagnosi di una patologia fibrotica. A seguito di diagnosi di versamento pleurico/fibrosi polmonare o valvulopatia, è stato verificato che la sospensione del trattamento con cabergolina può portare a un miglioramento dei segni e dei sintomi (vedere paragrafo 4.3).
La valvulopatia è stata associata alla somministrazione di dosi cumulative, i pazienti devono pertanto essere trattati con la dose efficace più bassa. In occasione di ogni visita deve essere rivalutato il profilo rischi/beneficio del trattamento con cabergolina, al fine di determinare se sia opportuno continuare il trattamento con cabergolina.
Prima di iniziare il trattamento a lungo termine
Tutti i pazienti devono essere sottoposti a un’analisi cardiovascolare, che comprenda un ecocardiogramma, al fine di valutare la potenziale presenza di un disturbo valvolare asintomatico. Prima di iniziare la terapia è anche indicato effettuare indagini di base relative alla velocità di sedimentazione degli eritrociti (VES) o ad altri marker infiammatori, alle funzioni polmonari (radiografia del torace) e alla funzionalità renale.
Non è noto se nei pazienti affetti da rigurgito valvolare il trattamento con cabergolina possa provocare un peggioramento del disturbo basale. Se viene identificato un disturbo fibrotico valvolare, il paziente non deve essere trattato con cabergolina (vedere paragrafo 4.3).
Durante il trattamento a lungo termine
I sintomi iniziali dei disturbi fibrotici possono essere insidiosi e i pazienti devono quindi essere monitorati regolarmente per possibili manifestazioni di fibrosi progressiva.
In corso di trattamento è pertanto necessario prestare particolare attenzione a sintomi o segni di:
• malattia pleuropolmonare, come dispnea, affanno, tosse persistente o dolore toracico;
• insufficienza renale od ostruzione vascolare ureterale/addominale, che potrebbe manifestarsi sotto forma di dolore alla zona lombare/fianchi, ed edema agli arti inferiori, oltre alla presenza di possibili accumuli o di dolorabilità a livello addominale, che potrebbero indicare la presenza di fibrosi retroperitoneale;
• insufficienza cardiaca, poiché in questa forma si sono spesso manifestati casi di fibrosi valvolare e pericardica. Se compaiono tali sintomi, la fibrosi valvolare (e pericardite costrittiva) deve essere pertanto esclusa.
È essenziale un adeguato monitoraggio clinico diagnostico per lo sviluppo di malattie fibrotiche, secondo necessità. Una volta iniziato il trattamento, il primo ecocardiogramma deve essere effettuato entro 3-6 mesi e in seguito la frequenza degli ecocardiogrammi va determinata in funzione di opportune valutazioni cliniche individuali, tenendo in particolare considerazione i segni e i sintomi sopra menzionati; l’ecocardiogramma deve comunque essere effettuato come minimo ogni 6-12 mesi.
Se l’ecocardiogramma rivela l’insorgenza o il peggioramento di rigurgito valvolare, restrizione valvolare o di un ispessimento dei lembi valvolari, il trattamento con cabergolina deve essere interrotto (vedere paragrafo 4.3).
L’eventuale necessità di effettuare altri esami clinici (per esempio un controllo fisiologico generale che comprenda un’attenta auscultazione cardiaca, un esame radiologico o una scansione CT) deve essere valutata su base individuale.
Se necessario, a sostegno della diagnosi di una malattia fibrotica, devono inoltre essere effettuate ulteriori e adeguate indagini, come la valutazione della velocità di sedimentazione degli eritrociti (VES) e la misurazione della creatinina sierica.
Sonnolenza/sonno improvviso
Cabergolina è stata associata a sonnolenza e ad episodi di attacchi di sonno improvviso nei soggetti con morbo di Parkinson. Sono stati segnalati attacchi di sonno improvviso durante l’attività quotidiana, in qualche caso senza consapevolezza e senza segni premonitori. I pazienti in trattamento con cabergolina devono essere avvisati di questa eventualità e avvertiti di usare cautela durante la guida o l’uso di macchinari.
Durante il trattamento con cabergolina i pazienti che hanno manifestato episodi di sonnolenza e/o un episodio di sonno improvviso devono astenersi dalla guida e dall’uso di macchinari (vedere paragrafo 4.7).
Inoltre può essere presa in considerazione una riduzione del dosaggio o l’interruzione della terapia.
Insufficienza renale: non si sono osservate differenze nella farmacocinetica di cabergolina in presenza di malattie renali da moderate a gravi. Non vi sono studi relativi alla farmacocinetica della cabergolina in pazienti affetti da insufficienza renale all’ultimo stadio o in pazienti in emodialisi; pertanto questi pazienti devono essere trattati con cautela.
Insufficienza epatica:
In pazienti con insufficienza epatica grave che ricevono un trattamento prolungato con cabergolina devono essere prese in considerazione dosi più basse. Rispetto ai volontari sani e quelli con minor grado di insufficienza epatica, è stato osservato un aumento dell’AUC nei pazienti con grave insufficienza epatica (Child-Pugh C) che hanno ricevuto una dose singola di 1 mg.
Ipotensione posturale:
Può verificarsi ipotensione posturale in seguito alla somministrazione di cabergolina, in particolare durante i primi giorni. Si deve prestare attenzione quando si somministra cabergolina in concomitanza con altri medicinali noti per abbassare la pressione sanguigna.
Altro
Questo medicinale contiene lattosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, carenza di Lapp-lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.
Disturbi psichiatrici:
Sono stati segnalati casi di sindrome patologica del gioco d’azzardo, incremento della libido e ipersessualità, nei pazienti in trattamento con agonisti della dopamina, per il Morbo di Parkinson, incluso cabergolina. Questo è generalmente reversibile con la riduzione della dose o la sospensione del trattamento.