Naturopatia
Naturopatia
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La naturopatia integra tra loro varie discipline, di cui alcune hanno una funzione valutativa, altre riequilibrativa e altre ancora educativa: di seguito viene fornita una breve sintesi delle più utilizzate, che non rappresenta certo un quadro esaustivo di un panorama piuttosto variegato e articolato. Per quanto riguarda l’area valutativa, le discipline maggiormente utilizzate sono l’iridologia e la reflessologia; discipline largamente impiegate per il riequilibrio dello stato di salute sono invece l’igienistica, la nutrizione, la reflessologia, quelle che impiegano oli essenziali ed essenze floreali.
Iridologia Si basa sull’osservazione e lettura dell’iride (il tessuto colorato dell’occhio). Segni come la trama più o meno fitta, colorazioni o macchie, disposti in una posizione piuttosto che in un’altra, danno informazioni sulla costituzione di un individuo indicando tendenze di ordine sia fisico sia psicologico.
Reflessologia Viene utilizzata sia per valutare sia per riequilibrare lo stato generale dell’individuo. Attraverso la digitopressione si induce un riflesso, ovvero una risposta automatica: il nostro corpo reagisce allo stimolo pressorio di una precisa area (punto reflessogeno) producendo la risposta più adatta all’economia dell’intero organismo. Il fatto che il punto sia dolente è un’informazione di ordine psicosomatico su una possibile problematica da affrontare.
Igienistica Si basa sull’utilizzo di acqua, terra, caldo, freddo, mediante metodiche semplici che, a partire da Sebastian Kneipp, hanno trovato grande diffusione. L’utilizzo dell’acqua a varie temperature e in vari modi (compresse, pediluvi, semicupi, bagni, getti d’acqua, frizioni, fasciature) dà al corpo uno stimolo a liberare tossine, migliora la circolazione e tonifica. L’uso dell’argilla è molto più antico e unisce alle proprietà dell’acqua la capacità di assorbimento: porta verso l’esterno ciò che è tossico, purifica e sgonfia. Si può usare in impacchi, impiastri o maschere.
Nutrizione Con pochi gesti ripetuti più volte al giorno è possibile instaurare una buona abitudine, che genera salute, o una cattiva abitudine, che genera malessere e può condurre alla malattia. Il momento del pasto ha valenze biologiche, affettive, sociali e per questo deve essere affrontato in modo adeguato, per esempio evitando di consumare cibi che hanno fatto migliaia di chilometri perdendo molte proprietà nutritive e con caratteristiche che non sono adeguate al nostro clima e alle nostre stagioni; in questo senso, il naturopata deve prima di tutto fare attenzione a queste piccole abitudini, che influiscono fortemente sullo stato di salute. I cibi dovrebbero essere freschi, locali, di stagione, di origine biologica e integrali. Per quanto riguarda la cottura, è meglio evitare il forno a microonde (che rende i cibi sterili, dunque privi di qualunque principio vitale e più difficili da digerire), le padelle e le pentole con rivestimento in teflon; le cotture migliori per tutti i cibi sono quelle al vapore oppure in padella (con poco olio), ma va bene anche il forno.
La quantità da assumere può essere misurata in grammi, rispetto al cibo crudo, oppure in volume, rispetto al cibo cotto o comunque pronto a essere consumato. Si può usare un unico piatto per comporre l’intero pasto. I cibi possono essere mischiati tra loro: le persone sane sono adatte a consumare molecole differenti tra loro. Il pasto deve comprendere una o due porzioni di frutta di stagione e una giusta quantità d’acqua secondo la temperatura esterna e l’attività svolta. I condimenti indicati sono olio extravergine d’oliva, limone, aceto di mele, curcuma, zenzero, aglio, prezzemolo e tutte le erbe aromatiche, mentre pepe e peperoncino vanno usati con cautela; i dolcificanti consigliati sono malto di riso, zucchero integro di canna e miele non raffinato. Ogni giorno si dovrebbero assumere cereali integrali, proteine, verdure crude e verdure cotte. Occorre prestare attenzione, poi, non solo alla varietà dei cibi ma anche alla varietà dei sapori: ogni giorno le papille gustative dovrebbero assaporare il dolce, l’amaro, l’aspro, l’astringente, il salato e il piccante, in quanto i diversi sapori stimolano infatti diverse sfere del nostro corpo, aiutandoci a ritrovare e a mantenere l’equilibrio.
Oli essenziali La naturopatia indica diverse modalità di utilizzo degli oli essenziali: per diffusione ambientale, utili a purificare l’aria migliorando l’ambiente domestico o di lavoro; per inalazione a secco (1 o 2 gocce su un fazzoletto), efficaci nel riequilibrare l’umore agendo sul sistema nervoso e influenzando lo stato d’animo e mentale; infine per massaggio sulla pelle, in diluizione con oli vettori (bastano poche gocce in olio di mandorle), modalità in cui, oltre che essere inalati, vengono assorbiti attraverso la pelle.
Essenze floreali Le più utilizzate sono i Fiori di Bach, ma esistono moltissimi sistemi floreali in tutto il mondo, provenienti da tradizioni antichissime, come i fiori himalayani o australiani, fino ai più recenti, come quelli francesi e californiani: tutti lavorano sulla dimensione psichica-emotiva-spirituale.
Edward Bach riteneva che i rimedi per aiutare gli uomini a mantenersi in salute andassero trovati in natura, così individuò 38 fiori selvatici cui fece corrispondere altrettanti stati mentali e emotivi.
Bach individuò per ogni suo fiore (in particolare nei “dodici guaritori”, i primi che trovò) una qualità dell’anima da cui si poteva sviluppare, attraverso il superamento del difetto relativo, una virtù: così dall’indifferenza si potrà sviluppare la bontà (Clematis), dal terrore il coraggio (Rock Rose), dal fanatismo la tolleranza (Vervain), dal tormento la pace (Agrimony), dalla debolezza l’autoasserzione (Centaury), dal possesso l’amore incondizionato (Chicory), dall’incertezza la saggezza (Cerato), dal dubbio la comprensione (Gentian), dall’impazienza l’indulgenza (Impatiens), dal timore la compassione (Mimulus), dall’indecisione la stabilità (Scleranthus), dal distacco dagli altri l’allegria (Water Violet).