Proliferazione maligna di origine sconosciuta dei plasmociti (cellule del sangue specializzate nella produzione di anticorpi) nel midollo osseo, detta anche malattia di Kahler.
Il mieloma multiplo si sviluppa generalmente nelle persone di età superiore ai 50 anni.
Sintomi e segni
A causa della proliferazione dei plasmociti si osserva nel sangue del malato un aumento anomalo della produzione di un solo tipo di immunoglobuline per un dato mieloma.
I plasmociti secernono sostanze che provocano la progressiva distruzione del tessuto osseo.
A rivelare la malattia possono essere dolore osseo intenso, un’anemia, un considerevole aumento della velocità di eritrosedimentazione (che può superare i 100 mm nella prima ora) e infezioni ripetute, in particolare polmonari.
Diagnosi ed evoluzione
La diagnosi si basa su tre elementi:
- analisi del siero per elettroforesi. La quantità delle varie proteine sieriche viene espressa sotto forma di una curva che presenta un picco (picco monoclonale), espressione dell’eccesso di anticorpi;
- puntura del midollo, che rivela l’aumento dei plasmociti;
- radiografie delle ossa, che mostrano zone di rarefazione del tessuto osseo, sferiche e delimitate, dette geodi.
Si cerca quindi di precisare la diagnosi, determinando l’evolutività (gravità) della malattia, legata soprattutto all’altezza del picco monoclonale, al tasso di un marcatore sanguigno (la b-2-microglobulina) e alla presenza di anomalie cromosomiche (che colpiscono in particolare il cromosoma 13) nei plasmociti del midollo.
Negli anziani, la produzione di anticorpi può non derivare da un mieloma multiplo: in tal caso la diagnosi si basa comunque sulla puntura del midollo osseo e sulla radiografia.
In assenza di trattamento il mieloma multiplo evolve verso la progressiva distruzione ossea, con rischio di fratture in assenza di traumi (fratture spontanee), e verso un aumento importante della liberazione di calcio, che provoca ipercalcemia. Si può inoltre formare un deposito di anticorpi nei reni, responsabile di insufficienza renale. Infine lo sviluppo di plasmociti nel midollo può alterare la produzione di altre linee sanguigne, come quella dei globuli rossi, causando anemia.
Trattamento e follow-up
Il trattamento del mieloma multiplo si basa sulla chemioterapia, il cui scopo è distruggere la proliferazione plasmocitaria. In genere si comincia col somministrare una chemioterapia poco intensiva (detta di riduzione tumorale). Si raccolgono quindi alcune cellule staminali ematopoietiche e si sottopongono i pazienti (esclusi quelli di età superiore a 65-70 anni) a una chemioterapia più aggressiva (melfalan ad alte dosi), detta di consolidamento intensivo. Infine si effettua un autotrapianto delle cellule staminali.
Il follow-up durante e dopo il trattamento comporta generalmente la misurazione del tasso anticorpale nel siero e nelle urine, la valutazione della funzione renale e dei livelli di calcio nel sangue e regolari controlli delle ossa (radiografie).