Trapianto di midollo osseo
Sostituzione del midollo osseo di un paziente affetto da malattia ematologica con cellule di midollo osseo prelevate da un soggetto sano, operazione nota anche come trapianto di cellule ematopoietiche.
Indicazioni
Uno dei compiti principali del midollo osseo è di produrre, grazie a cellule dette staminali ematopoietiche, gli elementi delle diverse linee sanguigne (i globuli rossi, gran parte dei globuli bianchi, le piastrine ecc.). Qualsiasi malattia delle cellule staminali ematopoietiche può richiedere un trapianto di midollo: leucemia (proliferazione di globuli bianchi e delle loro cellule di origine nel midollo osseo e nel sangue), ipoplasia o aplasia midollare (insufficienza o assenza di produzione delle diverse linee). I pazienti devono in generale avere meno di 50 anni ed essere in buono stato fisiologico, a causa della frequenza e gravità delle complicanze.
Tecnica
Un trapianto di midollo è solitamente preceduto dalla distruzione più completa possibile del midollo osseo del ricevente mediante chemio- e radioterapia intensive, affinché la malattia non recidivi. Il prelievo di midollo osseo dal donatore viene effettuato in anestesia generale, per mezzo di una puntura a livello delle ossa iliache o dello sterno. In genere si aspirano da 150 a 800 ml di midollo. Il prelievo viene effettuato su un soggetto vivo e non provoca alcuna conseguenza sulla salute del donatore. Il midollo così raccolto viene filtrato, congelato e preparato per il trapianto, che ha luogo mediante semplice trasfusione: le cellule staminali del donatore vanno spontaneamente a colonizzare il tessuto osseo del ricevente. Sempre più spesso si applica (soprattutto per gli autotrapianti) un’altra tecnica di raccolta delle cellule staminali ematopoietiche, che richiede soltanto un prelievo di sangue. L’iniezione di fattori di accrescimento induce in un primo tempo il passaggio di queste cellule dal midollo osseo nel sangue, da cui vengono successivamente raccolte mediante prelievo venoso. Un apposito procedimento permette di separarle dalle cellule del sangue (globuli rossi, piastrine ecc.), che vengono reiniettate al paziente. I due tipi di trapianto di midollo attualmente praticati sono l’allotrapianto e l’autotrapianto.
AllotrapiantoConsiste nel prelevare le cellule del midollo osseo da un soggetto sano che possiede lo stesso sistema di istocompatibilità del malato. Il fratello o la sorella del paziente hanno la massima probabilità (25%) di essere donatori compatibili; in assenza di donatore consanguineo, è possibile ricorrere a un estraneo.
AutotrapiantoConsiste nel prelevare, da un malato che deve subire un trattamento distruttivo del midollo osseo (chemioterapia, radioterapia, radiochemioterapia), cellule staminali a uno stadio poco avanzato della malattia, che si possono ottenere a partire dal sangue o dal midollo. Queste vengono congelate e reinoculate nel malato dopo il trattamento: il midollo osseo si ricostituisce in 2-3 settimane. L’autotrapianto è utilizzato essenzialmente per soggetti colpiti da malattie maligne dei linfonodi e del midollo (mieloma multiplo, linfoma, leucemia) o da tumori solidi. Contrariamente all’allotrapianto, questa tecnica non comporta il rischio di reazione dell’innesto contro l’ospite: può quindi essere realizzata su soggetti più anziani.
Complicanze
Sono possibili complicanze di tre tipi.
Infezioni batterichePossono verificarsi a causa dell’assenza di globuli bianchi, conseguente alla distruzione del midollo osseo del paziente e al trattamento con immunosoppressori. Compaiono soprattutto in caso di reazione dell’innesto contro l’ospite, durante la fase preparatoria e dopo il trapianto (devono passare 2-3 settimane prima che il nuovo midollo diventi funzionale). Si tratta di complicanze piuttosto gravi, che possono essere evitate prescrivendo sistematicamente antibiotici in caso di febbre, isolando il malato in una camera sterile e facendo indossare ai visitatori maschere, protezioni per le calzature ecc. Inoltre, per prevenire l’anemia e le emorragie dovute alla mancanza di piastrine si procede a trasfusioni di piastrine e globuli rossi.
Complicanze immunologicheSpecifiche degli allotrapianti, consistono principalmente nella reazione di rigetto dell’innesto contro l’ospite, durante la quale alcuni linfociti (tipi di globuli bianchi) del donatore attaccano e distruggono le cellule (pelle, tubo digerente, fegato) del ricevente. Questa complicanza si verifica in circa il 50% degli allotrapianti, ma è più rara nei soggetti di età inferiore a 20 anni. La reazione dell’innesto contro l’ospite può essere acuta, e subentrare nei 3 mesi successivi al trapianto, oppure cronica, e verificarsi vari mesi dopo l’intervento. Si può prevenire con la somministrazione di immunosoppressori (in particolare ciclosporina) e trattare con altri farmaci dello stesso tipo (corticosteroidi).
RecidiveLa malattia iniziale può recidivare, in particolare in caso di leucemia, tuttavia il rischio di recidiva è minore rispetto al trattamento classico (chemio- e radioterapia). Qualora si abbia una ricaduta, si può tentare un nuovo trapianto di midollo.
Prognosi
Dipende dalla malattia trattata, dall’età del paziente e dal suo stato generale al momento dell’intervento, oltre che dal tipo di trapianto scelto.
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