Psicosi -I principali disturbi psicotici
Schizofrenia È un disturbo psicotico alquanto complesso, presenta in genere un’età d’esordio in tarda adolescenza ed è più precoce tra i maschi rispetto alle femmine; un importante studio ha stimato che nel corso della vita lo 0,6-1,9% delle persone può sviluppare questo disturbo, la cui durata non è mai inferiore ai sei mesi, anche se in genere tende a cronicizzare e a presentare riacutizzazioni. È stata riconosciuta per questa malattia una forte componente genetica e si ritiene che i parenti di individui che ne sono affetti abbiano un rischio di sviluppare la schizofrenia molto più alto rispetto al resto della popolazione.
Questa “predisposizione genetica” non significa che necessariamente si svilupperà una schizofrenia, bensì che la malattia è “ereditabile”: non si eredita cioè la schizofrenia in sé, ma una certa suscettibilità ad ammalarsi in presenza di determinati fattori ambientali. Detta in altre parole, il figlio di un soggetto schizofrenico potrebbe nascere anche del tutto normale e non sviluppare mai il disturbo: in sostanza, la possibilità di sviluppare la schizofrenia dipende dall’interazione tra fattori genetici e ambientali. Mediante particolari metodi di esame cerebrale (per esempio la RMN, risonanza magnetica nucleare), sono state osservate alterazioni in specifiche aree del cervello (per esempio una riduzione del lobo temporale) che peraltro non sono affatto specifiche del disturbo e tali da consentire una diagnosi certa. Al giorno d’oggi, quindi, la diagnosi si basa sui disturbi presentati dal paziente, anche se sono state descritte alterazioni a livello di alcuni cromosomi degli individui affetti da schizofrenia. La schizofrenia rappresenta una condizione in cui vi può essere una notevole disgregazione dell’identità della persona, con comparsa dei cosiddetti sintomi positivi: deliri, allucinazioni (principalmente uditive, ma anche olfattive, visive e cenestesiche), alterazioni del comportamento, disorganizzazione del pensiero (pensiero disarticolato con eloquio poco coerente e poco comprensibile) al punto che il paziente si esprime in modo apparentemente illogico e insensato. Ai sintomi positivi possono associarsi in modo variabile anche i sintomi negativi: alterazioni dell’affettività, della volontà, del desiderio e delle emozioni, cioè una sorta di “appiattimento affettivo” con abulia, apatia e ritiro sociale.
La schizofrenia in genere compromette fortemente il soggetto a livello delle relazioni interpersonali, dunque a livello familiare, lavorativo e sociale.
Esistono vari tipi di schizofrenia:
- disorganizzata, in cui prevale la disorganizzazione del pensiero, per cui il paziente presenta idee molto disarticolate, spesso slegate le une dalle altre, oltre ad alterazioni del comportamento;
- paranoide, in cui dominano i deliri e le allucinazioni uditive;
- indifferenziata, in cui sono presenti sintomi sia del tipo disorganizzato sia del tipo paranoide;
- catatonica, in cui prevalgono alterazioni gravi del comportamento, come il blocco dei movimenti, l’agitazione o l’assunzione di posizioni bizzarre;
- residua, in cui prevalgono i sintomi negativi come il ritiro sociale, l’appiattimento affettivo e l’apatia.
Disturbo schizofreniforme Potrebbe essere definito una sorta di schizofrenia “in miniatura”, nel senso che il disturbo dura meno di sei mesi e di solito non determina compromissione a livello lavorativo, familiare e sociale, sempre che venga adeguatamente trattato. I sintomi sono gli stessi della schizofrenia (deliri, allucinazioni, alterazioni del comportamento e così via) e talvolta questa condizione può evolvere in franca schizofrenia; rispetto a quest’ultima il disturbo schizofreniforme sembra essere meno osservato nei Paesi sviluppati e più presente in quelli in via di sviluppo.
Disturbo delirante I dati numerici di questo disturbo sono incerti, ma si ritiene che colpisca all’incirca lo 0,03% della popolazione. Tende a esordire in età più avanzata, ma talvolta compare anche nell’adolescenza. Il sintomo fondamentale è la presenza di un delirio lucido, ben organizzato e dunque comprensibile. Possono anche coesistere allucinazioni tattili od olfattive, ma in genere hanno attinenza con il delirio: per esempio, nel disturbo delirante somatico un paziente potrebbe esprimere la convinzione delirante di avere una malattia della pelle e potrebbe sentirsi infestato da piccoli parassiti (delirio da infestazione), che sente ache strisciare sulla pelle (allucinazione tattile), e potrebbe riferire di sentirne l’odore pungente (allucinazione olfattiva).
Esistono fondamentalmente cinque tipi di disturbo delirante:
- delirio di gelosia (o sindrome di Otello), convinzione delirante che il proprio compagno o la propria compagna tradisca;
- delirio somatico, per cui il paziente è convinto fermamente di avere una malattia o un difetto fisico, non come nell’ipocondria (disturbo ben diverso e meno grave del disturbo delirante somatico), in cui invece il paziente è soprattutto preoccupato o timoroso di avere una malattia fisica;
- delirio persecutorio, convinzione delirante di essere perseguitato, per esempio da un vicino di casa, da un vigile ecc.;
- delirio erotomanico, incentrato sulla convinzione del paziente di essere amato da una persona di rango superiore al proprio; è quanto capita, per esempio, a un guardiano di una villa che sviluppa un delirio in cui è convinto che la nobile proprietaria della villa sia innamorata di lui e voglia sposarlo;
- delirio di grandezza in cui il soggetto è convinto di avere poteri speciali o doti superiori al normale, oppure di essere in contatto con personaggi famosi.
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