Poliomielite anteriore acuta
Patologia virale acuta causata dal poliovirus, un enterovirus che distrugge i neuroni motori del corno anteriore del midollo spinale e i nuclei motori dei nervi cranici, provocando una paralisi dei muscoli innervati da tali neuroni. La poliomielite anteriore acuta, o malattia di Heine-Medin o semplicemente poliomielite, è detta anche paralisi infantile perché colpisce soprattutto i bambini. Il virus si contrae ingerendo acqua o alimenti contaminati. Questa infezione, un tempo diffusa, grazie alla vaccinazione è oggi scomparsa da molte zone del mondo. Può comunque essere contratta da un soggetto non vaccinato, o che non si è sottoposto a tutti i richiami del vaccino, nel corso di un viaggio in uno dei Paesi a endemia persistente oppure nelle aree a rischio (Africa subsahariana, Egitto e India settentrionale). L’obiettivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di debellare completamente la poliomielite entro il 2000 non è stato raggiunto.
Sintomi e segni
L’infezione non dà solitamente luogo a sintomi, poiché il poliovirus causa una poliomielite paralizzante in una percentuale esigua di casi. L’esordio della malattia, che si contrae soprattutto in estate o in autunno, è segnato, dopo un’incubazione di 8 giorni, da uno stato infettivo di tipo influenzale (disturbi intestinali, indolenzimento, febbre alta, dolori muscolari accentuati), cefalea acuta che corrisponde a una meningite a liquor limpido e talvolta ritenzione urinaria. Dopo un periodo variabile da qualche ora ad alcuni giorni, nel corso della fase febbrile, che dura circa 5 giorni, si instaura la paralisi. Questa si manifesta in modo irregolare e asimmetrico e determina la scomparsa dei riflessi tendinei degli arti colpiti, totale per alcuni muscoli e parziale per altri, che porta alla loro rapida atrofia. Le paralisi possono interessare uno o più arti, la colonna vertebrale, la muscolatura addominale e, nei rari casi gravi, estendersi ai muscoli della respirazione e della deglutizione.
Evoluzione
Le sequele muscolari costituiscono i postumi più gravi della poliomielite, soprattutto nei bambini: atrofia, retrazioni, ritardo della crescita di uno o più arti con disturbi trofici, che richiedono interventi di chirurgia ortopedica degli arti o della colonna vertebrale in caso di cifoscoliosi. La paralisi regredisce, parzialmente o completamente (anche se di solito non scompare del tutto), a partire dal quindicesimo giorno sino a un massimo di 2 anni dopo la comparsa.
Diagnosi e trattamento
La diagnosi si basa sull’esame clinico e sulla puntura lombare, che rivela una meningite linfocitaria. Non esiste alcun trattamento antivirale specifico contro la poliomielite: la sola terapia è costituita dalla rieducazione, che consente di limitare le deformazioni scheletriche e le retrazioni muscolari conseguenti alla paralisi. Occorre pertanto intraprendere la chinesiterapia quanto prima, non appena cessata la febbre, e praticarla con costanza.
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