Antivirale
Farmaco impiegato nel trattamento delle infezioni virali. Gli antivirali impediscono la moltiplicazione dei virus, di solito inibendo la sintesi del loro materiale genetico (DNA o RNA). Se le infezioni virali più comuni non richiedono in genere alcun trattamento antivirale, quest’ultimo non è possibile nel caso di alcune virosi (malattie causate da virus), gravi o potenzialmente tali, per esempio poliomielite acuta e morbillo. Per tale ragione la vaccinazione, se disponibile, costituisce il miglior meccanismo di difesa contro un’infezione virale. Sono oggi disponibili vaccini contro la poliomielite, il morbillo, l’influenza ecc. Gli antivirali sono disponibili sotto forma di soluzione iniettabile, per assunzione orale o applicazione locale. Di norma costituiscono un trattamento curativo, anche se alcuni antivirali possono essere somministrati a titolo preventivo. Le modalità di prescrizione dipendono dal prodotto, dalla gravità della malattia e dallo stato immunitario del paziente (se è immunodepresso o meno). I principali antivirali disponibili sono aciclovir (herpes, varicella-zoster), adefovir (epatiti B cronica), amantadina (virus influenzale A), famciclovir (herpes, varicella-zoster), foscarnet (infezione da Cytomegalovirus: CMV), ganciclovir (infezione da CMV), interferone (epatiti B e C croniche, associato ad altri antivirali), palivizumab (infezione da VRS - virus respiratorio sinciziale), penciclovir (herpes, varicella, herpes zoster), ribavirina (infezione da VRS, arenavirosi: per esempio febbre di Lassa, virus Hantaan, epatite C cronica), valaciclovir (herpes, varicella-zoster, infezione da CMV), vidarabina (epatite B cronica) e zanamivir (virus influenzale A e B). Come tutti i farmaci, anche gli antivirali possono dar luogo a effetti indesiderati, talvolta gravi.
Antiretrovirali
Gli antiretrovirali sono attivi principalmente contro l’HIV. Sono prescritti quasi esclusivamente in associazione ad altri farmaci e combinati tra loro in maniera variabile, più spesso nella triterapia, costituita dall’associazione di tre molecole. Non sono in grado di debellare il virus dall’organismo, ma consentono di tenere efficacemente sotto controllo la malattia.
La complessità del trattamento (numero elevato di farmaci, rispetto rigoroso degli orari di assunzione ecc.) può compromettere la stretta osservanza delle regole di prescrizione da parte del paziente. Occorre valutare e tenere attentamente sotto controllo gli effetti secondari, le interazioni con altri farmaci e l’eventuale comparsa di resistenze virali. Il costo elevato di questi medicinali, che devono essere somministrati per lunghissimi periodi, costituisce il principale ostacolo al loro impiego nei Paesi meno sviluppati.
Attualmente sono impiegate circa 20 molecole, suddivise in tre famiglie sulla base delle modalità di azione e della natura chimica. Esse agiscono tutte inibendo un enzima del virus (transcriptasi inversa o proteasi).
Gli inibitori nucleosidici della transcriptasi inversa comprendono AZT (zidovudina), il primo farmaco impiegato contro l’HIV (nel 1987), didanosina, stavudina, lamivudina, abacavir e zalcitabina. Gli inibitori non nucleosidici della transcriptasi inversa comprendono nevirapina ed efavirenz.
Dal 1996 sono utilizzati anche inibitori della proteasi (antiproteasi) quali saquinavir, ritonavir, indinavir, nelfinavir, amprenavir, lopinavir e tenofovir.
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