Pitiriasi
Dermatosi caratterizzata da eritema e finissima desquamazione. Il termine designa diverse affezioni cutanee prive di rapporto tra loro.
Pitiriasi rosea di Gilbert
Malattia cutanea di origine verosimilmente virale, caratterizzata dall’eruzione di una placca unica, seguita in un secondo tempo da placche multiple di dimensioni minori.
Sintomi e segni La pitiriasi rosea di Gilbert insorge tra i 10 e i 35 anni di età ed è più frequente nel sesso femminile. La placca iniziale, di diametro compreso tra i 2 e i 10 cm, compare generalmente alla base del torace, in alcuni casi sull’addome o all’interno di cosce e braccia. È una lesione di forma ovale, brunastra e dal contorno frastagliato, circondata da un alone roseo. In seguito, si manifesta sul busto un’eruzione di placche con le stesse caratteristiche, del diametro di 1-2 cm. In genere le lesioni non sono pruriginose, anche se alcune tra le numerose varianti di questa pitiriasi possono causare prurito.
Trattamento L’affezione regredisce spontaneamente nell’arco di 6 settimane. Il trattamento si limita quindi all’applicazione locale di preparazioni che ammorbidiscano la pelle e a lavaggi con detergenti non aggressivi. In caso di prurito vengono prescritti antistaminici o corticosteroidi locali. La malattia non presenta di norma recidive.
Pitiriasi rubra pilare
Malattia cutanea cronica, caratterizzata dall’eruzione di piccoli rilievi rugosi al tatto, rosa o rossi, sormontati da un cono biancastro. Rara e dalle cause sconosciute, può insorgere a qualsiasi età in soggetti di entrambi i sessi, con picchi entro i 10 anni e tra i 40 e i 60 anni.
Sintomi e segni Le lesioni, chiamate papule cornee follicolari, interessano solitamente gli arti, il tronco e il dorso delle mani e tendono a raggrupparsi in placche di colore arancio ricoperte di squame. Sono attestate anche altre forme e localizzazioni, per esempio lesioni farinose su gomiti e ginocchia o lesioni giallo-arancio su palmo delle mani e pianta dei piedi, con ispessimento dello strato corneo.
Trattamento È locale e generale. La terapia locale si basa sull’applicazione di riduttori (farmaci che ostacolano la proliferazione delle cellule anormali) o di corticosteroidi, mentre il trattamento generale consiste nella somministrazione di retinoidi e PUVA-terapia (esposizione ai raggi UVA associata all’assunzione di psoraleni), anche se quest’ultima può, in alcuni casi, determinare un aggravamento delle lesioni.
Pitiriasi steatoide
Infezione cutanea causata da un lievito del genere Malassezia. Si tratta di un’affezione molto frequente, favorita da diversi fattori (alimentazione squilibrata, consumo eccessivo di alcolici, variazioni stagionali, stress). Le forme diffuse e resistenti al trattamento costituiscono in alcuni casi il segno di un’infezione da virus HIV. Di seguito, i tipi di pitiriasi steatoide.
Dermatite seborroica: forma sulla parte superiore del viso (margine del cuoio capelluto, sopracciglia, pinne del naso) piccole placche rossastre o giallo-arancio simmetriche, ricoperte di squame grasse, a volte lievemente pruriginose.
Pitiriasi del cuoio capelluto: si manifesta con squame di dimensioni variabili, che possono causare prurito.
Pseudoarea di Brocq: è caratterizzata da piccoli medaglioni rossi più chiari e squamosi al centro, più o meno pruriginosi, diffusi per lo più sul petto.
Follicolite pitirosporica: consiste in piccoli bottoni in rilievo sul dorso, moderatamente pruriginosi.
Trattamento Il trattamento di queste patologie consiste nell’applicazione di imidazoli (antimicotici) o corticosteroidi, più raramente nell’assunzione di farmaci (vitamina A o retinoidi). Anche il riposo e una buona igiene dietetica sono fattori importanti del trattamento.
Pityriasis versicolor
Malattia cutanea frequente, caratterizzata dall’eruzione, sul petto e sul dorso, di piccole macchie scure (pityriasis versicolor ipercromica) o bianche (pitiriasi alba), rotonde e squamose.
L’agente responsabile è un lievito saprofita (normalmente presente sulla superficie della pelle), il Pityrosporum orbiculare, chiamato anche Malassezia furfur, caratterizzato da una grande capacità di proliferazione, specialmente nei soggetti giovani, in condizioni di caldo e umidità, sudorazione abbondante o trattamenti farmacologici (corticosteroidi, ormoni estrogeni). Le lesioni non sono contagiose; il prurito è lieve o assente. L’affezione, cronica, tende ad aggravarsi in estate e a regredire nella stagione fredda.
Trattamento Consiste in applicazioni locali di soluzioni di imidazolo (antimicotico), generalmente 3 volte la settimana per 4 settimane e 1-2 volte al mese nei periodi di recrudescenza della condizione (mesi estivi). In seguito al trattamento della pityriasis versicolor acromizzante, la pelle resta più chiara nel punto delle lesioni, ma l’esposizione al sole consente di recuperare il colorito originario.
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