Insonnia -Cenni di biologia del sonno
Il cervello dispone di numerosi “centri” deputati a programmare e a favorire il sonno: svolgono questa funzione, tra l’altro, la corteccia cerebrale, il talamo, l’ipotalamo e la formazione reticolare. Secondo alcuni studiosi esisterebbe una predisposizione familiare verso l’insonnia, benché studi effettuati in particolare sull’insonnia primaria abbiano dato risultati contrastanti. Per comprendere il concetto di insonnia è importante ricordare alcuni elementi inerenti la struttura del sonno, che consiste fondamentalmente di due stati:
- sonno non-REM, (dalle iniziali dell’inglese Rapid Eyes Movements, movimenti rapidi degli occhi) che comprende 4 stadi di crescente profondità, con rallentamento proporzionale dell’attività cerebrale; è il sonno detto a onde lente (con riferimento al tracciato dell’elettroencefalogramma), durante il quale non vengono prodotti i sogni;
- sonno REM durante il quale compaiono appunto rapidi movimenti oculari associati a una paradossale riattivazione della corteccia cerebrale; in questa fase, che occupa circa il 20% del sonno totale, vengono prodotti i sogni.
Il sonno viene studiato attraverso la polisonnografia, metodo basato sull’impiego di uno strumento che si applica al soggetto mentre dorme, consentendo di misurarne l’attività elettrica cerebrale (mediante l’elettroencefalogramma), i movimenti oculari (mediante elettro-oculografia), l’attività elettrica muscolare (mediante elettromiografia) e i movimenti respiratori.
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