Edema polmonare
Invasione degli alveoli polmonari da parte del plasma sanguigno che ha attraversato la parete dei capillari (piccoli vasi). L’edema polmonare è la principale manifestazione clinica dell’insufficienza cardiaca sinistra.
Cause
In condizioni normali il sistema circolatorio permette lo scambio di acqua e nutrienti tra sangue e tessuti attraverso la parete dei vasi, grazie a un delicato equilibrio tra le forze della pressione idrostatica (tendente a far uscire i liquidi dai vasi) e quelle della pressione oncotica (data dalle proteine, tendente a trattenere i liquidi entro i vasi), che si esercitano in senso opposto. L’insufficienza cardiaca sinistra provoca anomalie della circolazione sanguigna (flusso, pressione, velocità e così via): il cuore malato non è in grado di assicurare una gittata sufficiente a soddisfare i bisogni dell’organismo, sia sotto sforzo sia a riposo. Il sangue si accumula quindi nel circolo polmonare, dove determina l’aumento della pressione intravascolare e la fuga del plasma verso gli alveoli polmonari. Questi ultimi si ritrovano così poco a poco inondati e la normale ossigenazione del sangue da parte dei polmoni diventa impossibile. Un edema polmonare è per lo più di origine emodinamica, legato a un aumento delle pressioni nella circolazione polmonare. Tale aumento è a sua volta imputabile a una disfunzione del cuore, a una crisi di ipertensione arteriosa sistemica o a un’ipervolemia (aumento del volume ematico). Molto più raramente l’edema può essere connesso a un’alterazione della permeabilità dei capillari polmonari a opera di agenti infettivi (virus influenzali, alcuni batteri) o tossici.
Sintomi e segni
Nell’edema polmonare acuto insorgono bruscamente affanno, che obbliga il malato a restare seduto o in piedi (ortopnea), e tosse, talvolta accompagnata da un caratteristico espettorato schiumoso di colore rosato. L’insorgenza più o meno rapida dei segni (edema subacuto) dipende dal modo in cui evolve l’insufficienza del ventricolo sinistro.
Diagnosi
L’auscultazione del cuore evidenzia una tachicardia, quella dei polmoni permette di udire rantoli secchi, detti crepitanti, in particolare alla loro base. Altri segni di insufficienza cardiaca periferica (ingrossamento del fegato, turgore delle vene giugulari) sono più rari, poiché l’edema polmonare si manifesta soprattutto quando l’insufficienza del ventricolo sinistro non è ancora complicata da quella del ventricolo destro.
La radiografia del torace mostra un cuore ingrossato e un sovraccarico vascolare a livello dei polmoni, che si traduce in un aumento di diametro delle arterie polmonari e nella comparsa di opacità caratteristiche. L’emogasanalisi arteriosa rivela invece una contemporanea diminuzione del contenuto di ossigeno e anidride carbonica. L’elettrocardiografia, oltre a confermare la tachicardia, può fornire utili indicazioni riguardo all’origine della malattia e metterne in evidenza un fattore scatenante, per esempio un disturbo del ritmo. Infine, l’ecocardiografia dimostra l’esistenza di un danno cardiaco e ne precisa la natura: associata al Doppler cardiaco, permette di valutare in maniera più precisa le pressioni presenti nella circolazione polmonare.
Trattamento
I diuretici per via endovenosa e i vasodilatatori, in particolare venosi, trattano i sintomi e determinano una rapida diminuzione della pressione nella circolazione polmonare; essi hanno sostituito l’antica pratica del salasso. Per migliorare l’ossigenazione si prescrive l’inalazione di ossigeno mediante una sonda o una maschera, mentre per correggere la caduta della gittata cardiaca si fa ricorso ai cardiotonici. Il trattamento di base è rivolto alla malattia in causa e, quando possibile (per esempio, quando può essere utile normalizzare l’ipertensione arteriosa), deve essere sempre intrapreso.
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