Dolore -Valutazione del dolore
Si suol dire che “il dolore meglio sopportato è quello degli altri”, ed è infatti esperienza comune, nel quotidiano, minimizzare il dolore altrui e mettere invece in risalto il proprio, sottolineandone i risvolti di disagio.
Va tenuto ben presente il fatto che la valutazione del dolore riferito dal paziente è troppo spesso soggettiva, quindi viziata già di per sé dall’interpretazione personale di chi cura, mentre spetta al paziente, e a lui solo, definire e quantificare il dolore che avverte: nessuno può giudicare il dolore di un altro!
Da quanto appena detto si comprende come l’approccio al paziente con dolore, tanto più se si tratta di un dolore cronico, debba prevedere da parte di chi cura maggiore attenzione all’ascolto, mostrando empatia e disponibilità a instaurare una relazione di aiuto efficace.
Il rilevamento del tono dell’umore e dell’ansia è importante per valutare la componente affettiva ed emozionale coinvolta nella percezione dolorosa; la stessa depressione è frequentemente associata al dolore cronico (1 caso su 2-3).
Indicatori molto utili del dolore sono quelli che definiscono l’impatto sulla qualità di vita del paziente: limitazioni dell’attività lavorativa, della capacità di divertirsi, della sessualità ecc.
La necessità di quantificare il dolore dei loro pazienti ha portato i medici a interrogarsi sulla possibilità di misurare il dolore: tradurre il dato qualitativo del dolore in un ordine di misura è quanto mai necessario perché consente al medico e al paziente di comprendere meglio l’entità del dolore in causa, scegliere con più precisione i farmaci da impiegare, valutare l’efficacia della terapia impostata, confrontare i risultati di una cura su malati diversi o di trattamenti diversi sullo stesso paziente.
Esistono strumenti (scale di misurazione) molto sofisticati per quantificare le diverse componenti del dolore (sensoriale, cognitiva, psicoaffettiva, comportamentale): i questionari Mc Gill, Wisconsin-Madison e Brief Pain Inventory ne sono un esempio. Esistono però anche strumenti assai più semplici, le scale unidimensionali, che nonostante misurino solo l’intensità del dolore percepito da parte del paziente hanno il pregio di essere di facile applicazione, misurare il dolore in modo globale e, nella maggior parte dei casi, essere d’aiuto al medico nell’impostazione del programma terapeutico; di seguito ne vengono elencate alcune.
VAS (Scala visiva analogica) La scala è una retta di 10 cm, le cui due estremità corrispondono a una condizione di dolore assente o, all’estremo opposto, di massima manifestazione dolorosa. Si tratta di uno strumento unidimensionale che quantifica ciò che il malato soggettivamente percepisce come dolore o come sollievo nel complesso delle variabili fisiche, psicologiche e spirituali coinvolte, senza distinguere quale di queste componenti abbia ruolo maggiore.
Una domanda tipo per misurare l’intensità del dolore secondo questa scala è la seguente: «pensi al dolore e al sollievo dal dolore che può aver provato nella settimana appena trascorsa e, per ogni voce, metta un segno sul punto che meglio corrisponde alla sua situazione, rispetto ai due estremi della linea».
La scala può essere usata per quantificare il dolore nel momento presente; la difficoltà per alcuni malati di comprendere le istruzioni relative al dolore massimo avvertito può essere superata chiedendo loro di ricordare il dolore più forte provato nella loro vita (dolore massimo).
VRS (Scala verbale) La scala verbale semplice, sempre unidimensionale, si estende anch’essa su una linea retta di 10 cm; in questo caso la scelta viene facilitata (ma anche condizionata) dalla presenza di aggettivi che quantificano il dolore. Risultati soddisfacenti si ottengono quando vi sono almeno sei livelli di intensità. La domanda a cui rispondere per definire l’intensità del dolore è, per questa scala: «quanto dolore ha provato nelle ultime 4 settimane?» o «quanto dolore sta provando in questo momento?»
NRS (Scala numerica) Valgono qui le stesse considerazioni fatte per le scale precedenti. La domanda è la seguente: «considerando una scala da 0 a 10 in cui a 0 corrisponde l’assenza di dolore e a 10 il massimo dolore immaginabile, quanto è intenso il suo dolore?»
Le scale unidimensionali per misurare l’intensità del dolore possono essere costruite su uno stesso supporto che riporti su un lato la VAS e sul retro le altre scale; un cursore dotato di indicatore permetterà di correlare i dati ricavati ai diversi metodi.
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