Dolore -Terapie del dolore: farmaci
Per quanto riguarda la terapia del dolore, il medico ha a disposizione due categorie di farmaci, quella dei farmaci cosiddetti antalgici, che agiscono direttamente contro il dolore, e quella dei farmaci chiamati adiuvanti, che possono invece migliorare l’efficacia degli antalgici sia agendo sulle concause che provocano il dolore (infiammazione, edema, lesioni nervose) sia contenendo alcune patologie a questo associate come l’ansia o la depressione.
Il farmaco antalgico di primo impiego, raccomandato da tutte le linee guida e utile anche al paziente per la propria automedicazione, è il paracetamolo: in Italia non è ancora molto noto per le sue proprietà antidolorifiche, mentre se ne conosce l’effetto di contrasto alla febbre. In effetti il paracetamolo è un farmaco sicuro, efficace ed economico: la dose antalgica è di norma pari a 1 g; in caso di disturbi di fegato va assunto con particolare cautela.
Al contrario del paracetamolo, una categoria di farmaci molto presenti nelle prescrizioni mediche in Italia, ma anche di grande consumo come automedicazione, è quella dei FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Cortisonici).
Anche se da diverse parti si è posto il problema dei potenziali pericoli insiti nell’uso “spensierato”, senza la prescrizione medica, di tali farmaci (il Ministero della sanità, per esempio, ha emanato un provvedimento restrittivo per prevenire l’abuso del Nimesulide, che ora è disponibile solo su ricetta del medico), i FANS sono molto utili nella terapia del dolore, in special modo quando è presente una componente infiammatoria. Nel secondo gradino della scala analgesica OMS, il paracetamolo viene associato a due farmaci oppioidi come la codeina e il tramadolo, adatti a controllare manifestazioni dolorifiche di lieve-moderata intensità, mentre nel terzo gradino sono stati collocati una serie di farmaci con in comune l’azione di contrasto al dolore forte. Per la loro efficacia e sicurezza, tali farmaci non andrebbero però relegati alle condizioni terminali e oggi, sotto il diretto controllo medico, vengono infatti utilizzati normalmente (anche per lunghi periodi di tempo) per trattare pazienti affetti da malattie croniche come l’artrosi, le malattie reumatiche, gli esiti di traumi ecc; la morfina, derivata dall’oppio, è il farmaco capostipite di questa categoria.
Al nome della morfina si accompagna da sempre una serie di falsi miti, legati alla paura che il farmaco renda dipendenti, assuefatti, privi della possibilità di avere una vigile funzione cognitiva, e che sia quindi consigliabilie solo nei casi estremi. Si tratta in realtà di affermazioni senza fondamento, e la diffusione di questa pseudocultura priva di un’arma efficace il medico nella battaglia quotidiana contro il dolore.[P.L.A.]
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