ARTRITI -Quali sono le cause
Per ciò che concerne i possibili meccanismi che causano le artriti, si può pensare, in modo un po’ schematico, al concorso iniziale di due fattori principali: uno rappresentato dalla predisposizione genetica e l’altro da stimoli talvolta sconosciuti, talvolta noti. Questi ultimi possono provenire dall’interno dell’organismo (per esempio gli autoanticorpi) o dall’esterno (per esempio germi o cristalli). Dall’incontro di questi fattori si scatena una cascata di eventi che hanno come protagonisti alcune cellule del sangue, i globuli bianchi o leucociti (e fra questi in particolare, i linfociti) poi i neutrofili e infine i macrofagi. Queste cellule vengono attirate nel luogo dell’infiammazione e “attivate” con proliferazione e produzione di alcune sostanze essenziali per lo sviluppo dell’infiammazione stessa, quali le citochine (in particolare il Tumor Necrosis Factor o TNF) e l’interleuchina-1 (IL-1). Queste, a loro volta, stimolano la produzione di metalloproteasi, che esplica un’azione destruente per l’osso e per la cartilagine articolare. Il tessuto più coinvolto è però la membrana sinoviale, che prolifera laddove si forma un ispessimento detto panno, provocando un aumento anomalo di liquido sinoviale.
Gli eventi descritti si possono riconoscere visitando un paziente con artrite: l’articolazione colpita risulta infatti calda e arrossata (a causa di un maggiore afflusso di sangue), gonfia (per aumento del volume di liquido sinoviale) e dolente (per la produzione a livello locale di sostanze chimiche che causano dolore). Questi fenomeni, però, non sono così evidenti quando colpiscono la colonna vertebrale o le articolazioni del bacino; la valutazione in questi casi è quindi difficile, ed è ciò che accade nelle cosiddette spondiliti.
L’infiammazione, articolare o generalizzata, associata all’artrite determina una reazione nell’intero organismo, e i suoi segnali si avvertono anche a livello del sangue, con alterazione di alcuni valori, detti indici di infiammazione, tali valori, per esempio la velocità di eritrosedimentazione (VES) e la proteina C reattiva (PCR), che aumentano già qualche ora dopo l’inizio del processo infiammatorio e ne seguono abbastanza fedelmente l’evoluzione, fino a ritornare a valori normali quando l’infiammazione si spegne. Ovviamente, se le artriti diventano croniche, questi indici permangono costantemente elevati. Alcune forme della patologia, per motivi non completamente noti, non determinano purtroppo l’aumento di questi indici, rendendo così difficile la diagnosi da parte del medico.
Laddove fosse presente un evidente gonfiore articolare, è molto utile aspirare con una siringa il liquido sinoviale e analizzarlo, per svelare rapidamente la presenza di infiammazione ed eventualmente di alcuni agenti che potrebbero esserne responsabili, quali i microcristalli e i germi.
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