La mesoterapia nasce nel 1958, quando il dottor Michel Pistor inizia a indicare con questo termine una metodica terapeutica che consiste nell’effettuare iniezioni intradermiche multiple, iniezioni cioè in cui vengono introdotte quantità minime di farmaco immediatamente sotto il derma (lo strato più superficiale della pelle) del distretto cutaneo corrispondente alla zona o all’organo bersaglio sede di un processo patologico; ancora Pistor dimostrò la maggiore efficacia di questa via di somministrazione rispetto ad altre. Il nome mesoterapia deriva dal greco mesos (mezzo) e fu coniato con riferimento al mesoderma, il foglietto embrionale mediano che dà origine ai tessuti connettivi. Nel 1964 Pistor fondò la Société Francaise de Mesotherapie, e nel 1968 presentò la prima comunicazione ufficiale davanti all’Accademie de Medicine. La mesoterapia venne introdotta in Italia nel 1970 (anno di fondazione a Roma della Società Italiana di Mesoterapia) da Carlo Alberto Bartoletti e dai suoi collaboratori.
Definizione
Iniezione nel tessuto di origine mesodermica, nel mezzo della zona dolorosa, di farmaci normalmente compresi nella Farmacopea Ufficiale (FU), ossia degli stessi farmaci che, per le stesse indicazioni cliniche, sarebbero stati usati per altra via di somministrazione (per esempio mediante iniezione intramuscolare o per via orale). Il procedimento terapeutico consiste in una serie di microiniezioni simultanee, nel derma e nell’ipoderma, di quantità minime di farmaci con l’impiego di aghi di Lebel, sottili e corti (4 mm di lunghezza e 0,4 di diametro). Questo metodo di cura è preconizzato nel trattamento locale della cellulite, dei reumatismi, delle malattie infettive o allergiche delle vie respiratorie, dell’emicrania, delle malattie vascolari ecc. Le sostanze iniettate nel derma e nel tessuto sottocutaneo, o distribuite sull’epidermide, possono essere farmaci tradizionali, prodotti omeopatici, vitamine, minerali o aminoacidi. La mesoterapia è un atto d’esclusiva competenza del medico poiché richiede una diagnosi, una scelta dei farmaci da impiegare, un controllo dei risultati e perciò il consenso informato da parte del paziente.
Come agisce la mesoterapia?
Poiché l’assorbimento del farmaco a livello del derma è piuttosto lento, in questa sede si formerà un piccolo deposito della sostanza iniettata che andrà esaurendosi in tempi che superano le 12 ore. Quest’azione prolungata del medicamento interesserà soprattutto i recettori del distretto in cui è presente la patologia da trattare; soltanto una minima parte delle molecole medicamentose entrerà in circolazione. Da quanto detto si può comprendere come mai nelle problematiche localizzate in un determinato distretto del corpo (cosiddette patologie locoregionali) la via mesoterapica sia l’unica in grado di portare il farmaco vicino al luogo in cui è situata la patologia: tali farmaci infatti, se iniettati nel derma, giungono attraverso i canali interstiziali (la cosiddetta terza circolazione di Multedo) direttamente nelle zone malate senza subire diluizioni e attraversano gli organi filtranti solo dopo avere agito sull’organo bersaglio. In questo modo vengono risparmiati dall’azione dei farmaci concentrati i tessuti sani e viene evitato all’organismo un inutile sovraccarico chimico da parte degli organi destinati a “portar via” dal corpo le sostanze estranee o i loro derivati (cosiddetti organi emuntori). È noto infatti che tutte le altre vie di somministrazione dei farmaci prevedono il loro transito attraverso polmone, rene, cute e fegato, organi funzionanti come filtri metabolici che, alla stregua di stazioni-laboratorio dislocate lungo la circolazione generale, li trattengono e li metabolizzano in vario grado. La permanenza nell’organismo delle molecole attive introdotte per le varie vie è tanto minore quanto più attivi ed efficaci sono gli organi emuntori; in caso contrario (per esempio nei pazienti con insufficienza epatica, renale ecc.) tale tempo di permanenza aumenta e di pari passo cresce la tossicità potenziale del farmaco impiegato.
Tecniche di somministrazione
La mesoterapia prevede tre tecniche fondamentali:
- microiniezioni classiche (Pistor), che in base alla profondità a cui l’ago inietta la sostanza scelta vengono suddivise in intraepidermiche (le più superficiali), intradermiche superficiali e profonde e intraipodermiche (o sottocutanee);
- nappage (in italiano “copertura”), che consiste nel pungere ripetutamente la pelle alla frequenza di 3-4 iniezioni al secondo, premendo contemporaneamente sullo stantuffo della siringa per far fuoriuscire la miscela medicamentosa;
- MPS (Mesoterapia Puntuale Sistematizzata), basata su iniezioni dermoipodermiche.
Indicazioni e campi di applicazione
La mesoterapia non sostituisce, ovviamente, la via di somministrazione sistemica di un farmaco, e viene indicata principalmente per patologie a carico di apparati che possono rispondere a trattamenti farmacologici superficiali. In fase di riabilitazione motoria, facilitando l’approccio del motuleso alla cinesiterapia, il metodo agevola l’opera del tecnico della riabilitazione.
Le principali applicazioni cliniche della mesoterapia sono indicate nella tabella alla pagina precedente.
Mesoterapia e cellulite
La mesoterapia è una delle terapie più conosciute e utilizzate per il trattamento della cosiddetta cellulite, dove con quest’ultimo termine (oramai di uso comune) si definisce un’alterazione degenerativa del tessuto dermico e ipodermico (il termine corretto è panniculopatia edemato-fibrosclerotica), risultato di uno squilibrio nel trofismo del tessuto connettivo compreso tra la pelle e i muscoli, ovvero nello “strato” in cui sono comprese anche le cellule adipose. Quando a questo livello si instaura una stasi circolatoria, le scorie prodotte dal metabolismo cellulare non vengono drenate dal sistema circolatorio venoso e linfatico; ne consegue che meno ossigeno e meno sostanze nutritive giungono ai tessuti a causa del ridotto flusso arterioso.
Per contrastare le cause della patologia è necessario intervenire su tutti i fattori presi in considerazione e adottare una terapia multicentrica, finalizzata cioè a correggere tutti i possibili fattori in causa.
La mesoterapia antilipodistrofica è un’arma molto efficace per la terapia della cellulite perché aggredisce in profondità questa patologia, ripristinando un buon circolo emolinfatico e migliorando le condizioni del tessuto alterato. Essa si pone inoltre come ottima alternativa alla lipoaspirazione, all’elettrolipolisi e alla carbossiterapia, delle quali peraltro non esclude l’utilizzo. Le sostanze farmacologiche, utilizzate nella mesoterapia in minima quantità e finalizzate a ridurre il volume delle cellule adipose delle zone trattate (teofillina, coenzimi), vengono diluite in soluzione fisiologica con piccole quantità di anestetici per ottenerne una diffusione uniforme nei tessuti da trattare e, in questo modo, ridurre il dolore. [R.L.]