Omeopatia
Omeopatia
L’omeopatia nel mondo
La diffusione dell’omeopatia in Europa e nel mondo è stata sicuramente favorita dai successi ottenuti fin dai primi periodi della sua applicazione, in particolare nel corso di eventi bellici, grandi epidemie e altre catastrofi dell’Ottocento: per esempio nel 1831, a seguito di un’epidemia di colera, si stabilì che il 4% dei malati trattati con cure omeopatiche era morto, mentre in caso di cura allopatica la percentuale dei decessi era del 59%; nel 1854, durante un’altra epidemia di colera che colpì Londra, la Camera dei Comuni rese noto che negli ospedali omeopatici la percentuale dei decessi era del 16,4% contro il 59,2 degli ospedali convenzionali.
Germania
La patria di Hahnemann ha dato vita a generazioni di grandi omeopati, che hanno interpretato e sviluppato la legge dei simili in modo significativo, e tra i quali vanno citati almeno Griesselich e Reckeweg.
Philip Wilhelm Ludwig Griesselich (1804-1848), medico allopata e grande appassionato di botanica, si avvicinò all’omeopatia nel 1828 e ne sviluppò le teorie in maniera originale, cercando di integrarle con nozioni di fisiologia, anatomia, patologia e chimica; a lui si deve la fondazione della Società Omeopatica di Baden, il cui organo di diffusione fu dal 1834 la rivista Hygea.
Hans Heinrich Reckeweg (1905-1985) ha invece inaugurato la nuova era dell’omeopatia tedesca fondando l’omotossicologia, sorta di ponte tra omeopatia e allopatia i cui capisaldi sono contenuti in Omotossine e omotossicosi. Basi per una sintesi della medicina, opera da lui pubblicata nel 1955. L’omotossicologia studia i fattori tossici o velenosi per l’uomo (omotossine) e ritiene che essi si sviluppino in seguito a trasformazioni chimiche. L’accumulo delle omotossine all’interno dell’organismo è la causa della malattia, che può essere debellata solo attraverso l’eliminazione naturale delle tossine stesse, e quindi la patologia costituisce una risposta difensiva dell’organismo all’aggressione delle tossine mediante la quale questo cerca di renderle innocue ed espellerle. Tale percorso di espulsione ripristina lentamente l’eliminazione tossinica e porta alla guarigione.
Austria
Anche se le invasioni militari sono state il principale veicolo di diffusione dell’omeopatia in questo Paese, non si deve dimenticare che Hahnemann vi era già conosciuto per aver studiato medicina all’Università di Vienna al seguito del dottor Joseph Quarin. In passato l’omeopatia veniva praticata apertamente dalla popolazione ed era molto affermata e diffusa anche tra i medici militari; tra gli altri, fece ricorso alla medicina omeopatica Carlo Filippo, Principe di Schwatzenberger e feldmaresciallo austriaco, che fu anche paziente di Hahnemann.
Spagna
In Spagna l’omeopatia fu introdotta da un ricco mercante di Cadice, che nel 1824 era stato curato da Hahnemann e successivamente dal medico italiano De Horatiis. La nuova pratica terapeutica incontrò grande consenso soprattutto grazie al dottor Lopez Pinciano, il quale nel 1835 tradusse l’Organon, e a Juan Nunez, omeopata, che nel 1847 fu nominato medico della Real Casa di Spagna. Nel 1830 fu aperto a Badajoz il primo ospedale omeopatico, seguito nel 1878 dall’ospedale San José a Madrid.
Russia
In Russia l’omeopatia incontrò nella prima metà dell’Ottocento un discreto successo, e lo stesso zar Alessandro I ricorse a questo tipo di cure. Il medico dell’esercito russo Nicolaievitch Korzakov, che preparava i rimedi per lo zar, non avendo a disposizione nelle campagne militari i flaconi necessari per tutte le diluizioni, introdusse l’uso di un solo flacone, e da questa pratica nacque il termine diluizione korzakoviana.
Regno Unito
L’omeopatia si diffuse nel Regno Unito grazie a Frederick Hervey Foster Quin (1799-1878), il quale l’aveva appresa a Napoli da Romani e De Horatiis: medico della duchessa di Devonshire e successivamente del principe Leopoldo di Saxecoburg (futuro re del Belgio), Quin conobbe personalmente Hahnemann a Koeten e nel 1826 tradusse l’Organon; inoltre fondò a Londra, nel 1849, il primo ospedale omeopatico d’Europa (nel 1948, grazie al medico della Corona Sir John Weir, la struttura fu rinominata Royal London Homeopathic Hospital). Ancora oggi, questo ospedale e la Faculty of Homeopathy a esso annessa sono il fulcro dell’attività clinica e della ricerca in campo omeopatico non solo in Inghilterra, ma anche in Europa e nel mondo.
Anche Paul Curie (nonno di Pierre) diede grande impulso alla diffusione e allo sviluppo della medicina omeopatica nel Paese: dal 1835 fino alla sua morte egli esercitò la professione di omeopata a Londra, fondando inoltre l’ospedale Hahnemann e la prima Società omeopatica inglese.
Francia
L’omeopatia ha conosciuto in Francia un grande sviluppo: la disciplina è stata inserita nel piano di studi di alcune università e, nel 1965, i rimedi omeopatici sono stati introdotti nella Farmacopea Ufficiale.
Fu un italiano, il conte napoletano Sebastiano De Guidi (1769-1863), a introdurre in Francia questa pratica. De Guidi si appassionò al nuovo metodo di cura e, dopo averne approfondito le conoscenze (prima a Napoli al seguito dello stesso Romani, poi a Koethen con Hahnemann), fece rientro a Lione nel 1830. Qui iniziò a utilizzare l’omeopatia e divenne il primo medico omeopata di Francia, esercitando la professione fino alla morte, all’età di 94 anni.
Tra gli allievi di De Guidi ci sono medici illustri, la cui opera è stata importante per lo sviluppo dell’omeopatia in Francia.
George Henri Gottleib Jahr (1800-1875), contemporaneo di Hahnemann, insegnò Materia medica pura all’Università Omeopatica di Parigi. Nel suo magistrale Principi e regole che devono guidare nella pratica dell’omeopatia (1857), sottolinea la necessità di individualizzare il malato sulla base dei sintomi psichici e generali caratteristici, e di curare tali sintomi con rimedi ad alta diluizione. Durante la sua intensa attività Jahr si interessò in particolare all’applicazione del principio di similitudine nella cura di neonati e donne in menopausa, e scrisse nel 1855 il Trattamento omeopatico delle patologie femminili e dei neonati.
Benoit Mure (1809-1858) si distinse per il suo eclettismo e la sua intelligenza. Si accostò all’omeopatia ricevendo le cure del De Guidi per una tubercolosi polmonare e, dopo aver studiato omeopatia a Napoli, viaggiò in tutto il mondo per diffondere il nuovo metodo: nel 1837 fondò un ambulatorio omeopatico a Palermo (che diventerà in seguito l’Accademia Reale di Medicina Omeopatica), nel 1839 creò a Parigi l’Institut Homeopathique de France e due dispensari, poi nel 1840 si recò in Brasile, dove in soli 8 anni fondò ben 22 dispensari omeopatici e una scuola omeopatica (a Rio de Janeiro). Mure scrisse diverse opere in varie lingue.
Anche Jean Pierre Gallavardin (1825-1898) dedicò la sua vita all’omeopatia ed esercitò a Lione dal 1855 fino alla morte. Acuto clinico, egli insistette sull’importanza fondamentale dei sintomi psichici nella scelta del rimedio e sull’indispensabile necessità di alte diluizioni nella terapia degli stati mentali. L’opera di Gallavardin proseguì anche dopo la sua morte grazie all’attività di uno dei suoi dieci figli, Jules, anch’egli omeopata. Quest’ultimo fondò l’ospedale omeopatico di Saint-Luc e diede vita al mensile Le propagateur de l’omeopathie. Nel 1937 istituì insieme ad Antoine Nebel, Henry Duprat e altri la Societé Rhodanienne d’Homeopathie.
Stati Uniti
Mentre in tutta Europa l’omeopatia si diffondeva per opera di Hahnemann e dei suoi seguaci, negli Stati Uniti veniva importata dall’olandese Hans Burch Gram, il quale emigrò nel Nuovo Mondo nel 1825; il vero padre dell’omeopatia statunitense, colui che iniziò ad applicarla e divulgarla, viene però considerato il medico sassone Constantine Hering (1800-1880). Trasferitosi a Philadelphia nel 1833, Hering fondò nel 1835 ad Allentown, insieme al collega Wesselhoft, la North American Academy for Homeopathic Healing, e in seguito, nel 1848, lo Hahnemann Medical College a Philadelphia, nel quale insegnò Materia medica fino al 1869.
L’interpretazione dell’omeopatia fornita da Hering, nota come legge di Hering o legge di guarigione, costituisce la principale rielaborazione dell’originale dottrina hahnemaniana, e postula che “ogni guarigione comincia dall’interno e procede verso l’esterno, dalla testa verso il basso, e in ordine inverso da com’erano apparsi i sintomi della malattia”. Secondo Hering, quindi, nelle vere guarigioni il paziente, dopo la somministrazione dei corretti rimedi, non raggiunge uno stato di benessere in maniera casuale, ma seguendo un percorso scandito da una legge ben precisa di eliminazione dei sintomi: quelli comparsi per ultimi regrediranno per primi, quelli che hanno origine più remota regrediranno per ultimi.
Altro illustre rappresentante della classe medica omeopatica americana è James Tyler Kent (1849-1916). Kent nacque come medico allopata e quindi si convertì completamente all’omeopatia, tanto da rifiutare nel 1879 l’offerta di una cattedra di Anatomia da parte dell’Associazione di Medicina Nazionale Eclettica; due anni più tardi accettò però una cattedra nella stessa disciplina all’Homeopathic Medical College of Missouri, e nel 1883 fu nominato docente di Matematica medica e rettore della Post-Graduate’s School of Homeopathy all’Hahnemann Medical College di Philadelphia; contemporaneamente divenne docente di Materia Medica all’Hering Medical College and Hospital di Chicago.
Per l’incessante attività pratica, didattica e di ricerca sul principio di similitudine, Kent è considerato uno dei più grandi esponenti della scuola omeopatica negli Stati Uniti: nella sua interpretazione egli attribuì estrema importanza ai sintomi mentali e a quelli caratteristici, peculiari, fisici. I principali contributi letterari di Kent all’omeopatia (La filosofia omeopatica, il Repertorio dei sintomi e la Materia medica) sono ancora oggi i testi più consultati dai medici omeopati di tutto il mondo; sempre in materia di contributi alla letteratura medica omeopatica forniti da statunitensi, merita di essere ricordata anche la monumentale Materia medica pura, compilata da Thimothy Field Allen.
L’omeopatia ebbe grande fortuna negli Stati Uniti e le statistiche indicano che dal 1829 al 1869 il numero degli omeopati a New York raddoppiò ogni cinque anni. Tra questi molte erano donne, e nel 1848 fu fondata la Facoltà di Medicina Omeopatica Femminile, la prima università medica nel mondo per sole donne. Nel 1844 nacque poi l’American Institute of Homeopathy, la prima società medica statunitense, cui nel 1877 vennero ammesse anche le donne.
Nel 1898 la U.S. Commission on Education scrisse che tre delle quattro maggiori biblioteche delle facoltà di medicina erano omeopatiche.
Sudamerica
L’omeopatia ebbe grande diffusione anche in Sudamerica. InArgentina fu introdotta addirittura dall’eroe nazionale, generale José de San Martin (1778- 1850), il quale durante la campagna per la liberazione del Perù e del Cile dalla dominazione spagnola portava con sé un kit di medicine omeopatiche.
In seguito la disciplina hahnemanniana conobbe grande fioritura grazie al dottor Thomas Pablo Paschero (1904-1986). Laureatosi in medicina e specializzatosi in ginecologia, Paschero, che praticava regolarmente l’allopatia, vide risolversi con le cure omeopatiche un caso di eczema ritenuto incurabile.
Nel 1934 si recò negli Stati Uniti per approfondire le ricerche sull’omeopatia e a Chicago divenne un discepolo del dottor Grimmer, che a sua volta era stato allievo di Kent. Abbandonata completamente la via allopatica, Paschero fondò nel 1970 la Escuela Medica Homeopathica Argentina, tuttora attiva, e dal 1972 al 1975 fu presidente della Liga Medicorum Homeopathica Internationalis (LMHI), apportando con la sua attività di ricerca grande contributo allo sviluppo della disciplina omeopatica; alla scuola di Paschero si formò, tra gli altri, il dottor Eugenio Federico Candegabe, membro fondatore della Escuela Medica Argentina.
L’omeopatia ha incontrato grande favore anche in Messico, dove è stata ufficializzata nel 1898 e vanta ancora oggi una grande tradizione. Illustre rappresentante della scuola omeopatica messicana è stato il dottor Proceso Sanchez Ortega (1919-2005), che ha approfondito in particolare la teoria hahnemanniana dei miasmi.
In Brasile l’omeopatia si diffuse nel 1840 grazie a Benoit Mure, che vi creò nel 1843 l’Istituto Omeopatico del Brasile e nel 1844, a Rio de Janeiro, una scuola omeopatica; la scuola ottenne qualche anno più tardi l’autorizzazione ufficiale a rilasciare diplomi di dottore in medicina omeopatica. La grande fortuna dell’omeopatia in Brasile è testimoniata, ancora nel XX secolo, dalla fioritura di almeno 10 scuole omeopatiche.
Asia e Africa
In Indiala dottrina omeopatica è stata introdotta dal Mahatma Gandhi, il quale affermava che “guarisce più persone di qualsiasi altro trattamento”, e da Madre Teresa di Calcutta.
Per la sua particolare efficacia nel trattamento delle epidemie e delle malattie infettive, acute e croniche, l’omeopatia si è diffusa anche in altri paesi asiatici, come Pakistan, Sri Lanka, oltre che in Africa meridionale e Nigeria.