Assistere un familiare
I bisogni compromessi
Complessità dell’assistenza domiciliare
Dopo essere entrati nell’ottica di assistere la persona, dopo avere capito che cos’è un bisogno e che cosa significa percorrere la strada verso l’indipendenza oppure verso il suo contrario, sono finalmente chiari alcuni concetti quali trasformare e accompagnare. Rimane però la necessità di capire quale debba essere il ruolo di chi presta assistenza.
In sociologia, il concetto di ruolo definisce l’insieme dei modelli di comportamento attesi.
Nel teatro e nel cinema questo termine rende invece l’idea della parte che ciascuno recita, così come avviene nella società quando ci si adatta alle aspettative e alle regole stabilite dal “copione sociale”. In quest’ambito si è quasi sempre in grado di prevedere le reazioni e i comportamenti degli altri, correggendo di conseguenza i propri comportamenti e le proprie azioni.
Interpretare il giusto ruolo è il fulcro su cui far forza nel momento in cui si è impegnati nell’assistenza: essere permissivi può non giovare al malato, ma anche un’eccessiva severità può inibire qualsiasi possibilità di dialogo e di sostegno.
La malattia innesca o disinibisce una serie di meccanismi latenti: si può provare pietà, essere eccessivamente premurosi, fare finta che nulla sia successo e tutto sia a posto, scappare, piangere e disperarsi, essere di nessun aiuto o addirittura risultare dannosi per il malato e per il suo processo di guarigione.
Un gioco di parole... molto serio
Per prima cosa, dunque, è importante definire bene il ruolo di chi assiste; l’acronimo RUOLO descrive e riassume gli ingredienti fondamentali della relazione, che non dovrebbero mai essere dimenticati.
RelazioneInstaurare un rapporto verbale con il malato basato sulla fiducia e il rispetto.
UmorismoCercare di sollevare il morale del malato (scherzando, se è gradito), mantenetersi positivi senza ingannare o tradire le aspettative e, comunque, non mostrarsi disperati.
OlismoRicordarsi che si sta assistendo una persona nella sua globalità e non la sua malattia.
LeaderÈ necessario non sostituirsi al malato per quanto riguarda le decisioni da prendere, ma essere per lui un punto di riferimento; non parlare quindi in termini di “io” ma di “noi” e favorire la partecipazione attiva incoraggiando a esternare i vissuti.
ObiettivoStabilire insieme degli obiettivi a breve, media e lunga scadenza. Evitare di sostituirsi alle capacità della persona se è in grado di fare da sola, richiedere la collaborazione attiva, sforzarsi di far capire quanto è importante il compito dell’assistito.
In sintesi
Ricordare che si sta assistendo una persona all’interno di un ambiente. Il compito di chi assiste consiste nella valutazione e nel soddisfacimento dei bisogni. Tutti ci muoviamo su una linea immaginaria tra la dipendenza e indipendenza, tanto più un malato.
Voi dovete accompagnare e trasformare.
In altre parole, avete un... R.U.O.L.O. da interpretare!
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