Proliferazione eccessiva di cellule anormali, più o meno simili al tessuto nel quale si sviluppano, che finiscono per acquisire autonomia biologica; Viene detta anche neoplasia.
Cause e fattori favorenti
I tumori possono essere provocati da fattori ereditari, chimici (tabagismo), fisici (radiazioni solari) e biologici (azione di un virus), associabili tra loro, anche se talvolta non è possibile identificare alcuna causa.
Le cellule di un tumore non sono più sensibili ai messaggi dell’organismo (costituiti per esempio dalle secrezioni delle cellule vicine), che in condizioni normali impediscono la proliferazione eccessiva.
In un individuo in buona salute, tutte le cellule tumorali isolate vengono normalmente inibite dai globuli bianchi del sistema immunitario. Un tumore, quindi, può svilupparsi solo se tali cellule sono diventate resistenti al sistema immunitario.
Tipi di tumore
Un tumore è detto differenziato se al microscopio le sue cellule appaiono identiche alle cellule di origine del tessuto a spese del quale si sviluppa, indifferenziato se le sue cellule non somigliano ad alcun altra cellula del corpo umano adulto; tra i due estremi, sono possibili tutti i gradi di differenziazione.
Sulla base del meccanismo di proliferazione delle loro cellule, si distinguono due tipi di tumori: benigni e maligni.
Tumori benigniDi volume solitamente limitato, premono sui tessuti vicini senza invaderli, non danno luogo a metastasi e in genere non hanno conseguenze gravi per il malato.
Tumori maligniHanno caratteristiche opposte ai precedenti. Diventano spesso molto voluminosi, sono mal delimitati, si infiltrano nei tessuti vicini, recidivano frequentemente dopo l’ablazione e soprattutto tendono a diffondersi a distanza nell’organismo, dando luogo a metastasi.
Sintomi e segni
I tumori non danno luogo a sintomi specifici né costanti. Si manifestano abitualmente, ma non sistematicamente, come una massa palpabile o, nel caso di un organo profondo, visibile alle radiografie. Spesso non sono dolorosi. I loro sintomi possono essere legati al fatto che talvolta secernono in quantità eccessive alcune sostanze che svolgono un’azione ormonale, legata o no all’organo di origine (per esempio secrezione eccessiva di ormone tiroideo, riconducibile a un tumore benigno della tiroide). Possono inoltre essere dovuti alla compressione dei tessuti o degli organi vicini: un tumore del cervello può pertanto provocare un’emiplegia.
Un’alterazione dello stato generale (febbre, stanchezza, dimagrimento) e la presenza di segni infiammatori sono indici importanti, ma non specifici (possono denotare anche una semplice infiammazione) di un tumore maligno in uno stadio già avanzato.
Trattamento
Il trattamento dei tumori benigni, se è necessario, consiste nella rimozione chirurgica, mentre quello dei tumori maligni comprende, variamente associate, l’ablazione chirurgica, la radioterapia e la chemioterapia.
Prognosi
La prognosi dei tumori benigni, globalmente favorevole, dipende da numerosi fattori: stato generale del malato, organo coinvolto, tipo e volume del tumore. Alcuni tumori benigni (del cervello o delle ghiandole endocrine) possono avere una prognosi molto sfavorevole, in assenza di trattamento. La prognosi dei tumori maligni è spesso riservata, ma i trattamenti attuali portano alla completa guarigione in una percentuale di casi elevata e in continuo aumento. Inoltre, certi tumori maligni hanno un’eccellente prognosi: è il caso in particolare degli epiteliomi basocellulari della pelle.
Individuazione
Consiste nell’eseguire esami sistematici per determinati tumori in tutta la popolazione (per esempio con la palpazione periodica del seno nelle donne) o nei gruppi a rischio (colonscopia periodica dopo i 40 anni in caso di precedenti personali o familiari di polipi o tumori dell’intestino) ecc.