Splenectomia
Ablazione chirurgica della milza.
Indicazioni
La splenectomia ha varie indicazioni. La milza può essere asportata perché responsabile di una malattia ematologica (porpora trombocitopenica di origine autoimmune, anemia emolitica), oppure perché danneggiata in seguito a un trauma o a un intervento di chirurgia addominale. È possibile asportare contemporaneamente anche un organo vicino (stomaco, pancreas), in genere colpito da cancro, per ragioni di tecnica chirurgica e per avere la certezza che tutte le cellule maligne siano state eliminate. Si può infine praticare un’ablazione della milza anche in caso di splenomegalia (ipertrofia della milza) di cui non si conosca la causa.
Svolgimento
L’operazione è eseguita in anestesia generale, previa incisione ombelicale (tra sterno e ombelico) o sottocostale sinistra della parete addominale, oppure in endoscopia. L’ablazione della milza è in genere totale, ma in caso di trauma si cerca di conservarne e ripararne una parte suturandola (operazione delicata, in quanto il tessuto splenico è particolarmente fragile), fissandola a un supporto o utilizzando una colla biologica.
Conseguenze
La splenectomia è un intervento relativamente benigno, che nell’immediato comporta pochi rischi. A lungo termine ha però due conseguenze importanti: da una parte un aumento transitorio del numero di piastrine nel sangue, dall’altra una diminuzione della resistenza del sistema immunitario ad alcune infezioni, soprattutto da pneumococco, che risulta tanto più marcata quanto più giovane è il soggetto (soprattutto se ha meno di 6 anni). Per questo motivo prima dell’intervento si pratica sistematicamente la vaccinazione antipneumococcica e i soggetti asplenici (privi della milza) vengono sottoposti a un trattamento intenso alle prime avvisaglie di un’infezione.
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