OBESITÀ
L’obesità è una patologia caratterizzata da un accumulo di grasso (il tessuto adiposo) tale da avere effetti negativi sullo stato di salute e sulla durata della vita; il parametro di riferimento è il peso corporeo del paziente, anche se ovviamente questo può variare anche per cause diverse da un aumento del tessuto adiposo. L’indicatore più utilizzato a livello clinico è l’IMC, Indice di Massa Corporea (o, secondo la terminologia inglese, BMI, Body Mass Index), sulla cui base l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato una semplice classificazione che permette di definire il sottopeso, la normalità, il semplice sovrappeso e la vera e propria obesità (con diversi gradi di gravità).
La relazione tra accumulo di grasso corporeo e aumentato rischio di malattia dipende, più che dall’entità assoluta del sovrappeso, dalla distribuzione del grasso nel corpo: è noto infatti che sia il rischio di sviluppare malattie metaboliche (diabete mellito, alterazione dei grassi del sangue, ipertensione arteriosa) sia il rischio di mortalità per cause cardiocircolatorie aumentano specialmente nei soggetti con accumulo prevalente di grasso nella regione addominale; più in particolare, l’entità del rischio è determinata dalla quota di accumulo di tessuto adiposo viscerale, cioè il tessuto grasso localizzato a livello profondo nella cavità addominale.
Una distinzione visibile già a occhio nudo, e che riguarda tanto i maschi quanto le femmine, è quella tra pazienti con prevalente accumulo del tessuto adiposo a livello addominale (o comunque nella metà superiore del corpo) e pazienti in cui tale accumulo si localizza in prevalenza nella zona dei glutei e della radice delle cosce (quindi nella metà inferiore del corpo): il primo caso, più tipico del maschio, è stato originariamente indicato come obesità androide, mentre l’altro, più frequente nella femmina, ha preso il nome di obesità ginoide; va ricordato comunque che esistono anche donne con obesità androide e maschi con obesità ginoide.
Il prevalente accumulo di tessuto adiposo in sede addominale (centrale) o di glutei-cosce (periferico) può essere più accuratamente quantificato con l’ausilio di misure antropometriche e, in particolare, misurando la circonferenza della vita: è stato infatti dimostrato che il rischio di malattia aumenta sensibilmente quando la circonferenza della vita è superiore a 102 cm nel maschio e a 88 cm nella donna. L’integrazione della misura del peso corporeo e della circonferenza addominale permette di quantificare il rischio di malattia legato all’obesità.
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