OBESITÀ -Terapia
L’obiettivo principale nella terapia dell’obesità è la prevenzione dell’aumento del peso corporeo nel paziente normopeso, soprattutto perché riportare il peso alla normalità in modo stabile nel paziente in sovrappeso o peggio ancora obeso risulta estremamente difficile con gli attuali mezzi terapeutici: in questi ultimi casi è razionale porsi come obiettivo una riduzione moderata e solo parziale del peso corporeo (intorno al 10% di quello di partenza), effettivamente ottenibile e sufficiente a correggere i sintomi clinici oltre che a migliorare qualità e durata della vita. Il calo ponderale deve essere però stabile e mantenuto nel tempo, in quanto le continue oscillazioni possono avere effetti sullo stato di salute addirittura peggiori di quelle causate da un lieve sovrappeso. Qualsiasi intervento terapeutico deve essere quindi mantenuto per un lungo periodo, probabilmente per sempre. L’aggressività dell’intervento va ovviamente graduata in base alla gravità del quadro, in termini di peso corporeo come di rischio di patologia associata. Nel caso di obesità conclamate o in pazienti con sovrappeso già associato a complicanze, le correzione allo stile di vita possono essere accompagnate all’utilizzo di farmaci approvati per il trattamento dell’obesità: quelli oggi disponibili sono relativamente ben tollerati e possono essere somministrati anche per lunghi periodi. Tali farmaci agiscono riducendo l’assorbimento intestinale dei nutrienti oppure riducendo l’introito calorico mediante un’azione “anoressante” a livello dei centri regolatori del sistema nervoso centrale; è molto probabile che l’intensa ricerca scientifica che si sta svolgendo in questo campo possa portare nei prossimi anni all’introduzione di farmaci con meccanismi d’azione anche diversi. Va sottolineato come il calo ponderale a lungo termine indotto dalla combinazione di stile di vita più sano e terapia farmacologica sia maggiore rispetto a quello ottenibile con il solo cambiamento dello stile di vita, mentre d’altra parte la differenza tra i due tipi di terapia in termini di risultato è mediamente abbastanza piccola. In ogni caso, l’utilizzo dei farmaci va sempre considerato un fattore coadiuvante, che non può bastare da solo. L’uso di farmaci anoressanti di tipo amfetaminico, che per i loro effetti collaterali gravi a livello del sistema nervoso centrale e per il rischio di dipendenza non possono essere utilizzati nel lungo periodo, non trova spazio in una terapia dell’obesità logicamente impostata.
Nel trattamento delle forme più gravi di obesità trovano spazio tecniche chirurgiche. La terapia chirurgica dell’obesità è attualmente l’unica capace di ottenere un calo ponderale stabile nel paziente affetto da obesità severa.
Gli interventi utilizzati possono essere schematicamente divisi in due gruppi:
- interventi che riducono il volume gastrico e agiscono inducendo precoce senso di sazietà (gastroplastica verticale, bendaggio gastrico regolabile);
- interventi che riducono la superficie intestinale assorbente e agiscono quindi riducendo l’assorbimento dei nutrienti (bypass gastrico, diversione biliopancreatica).
Gli interventi del primo gruppo sono meno invasivi, meno rischiosi e più facilmente reversibili, ma il loro risultato dipende almeno in parte anche dal comportamento del paziente; gli interventi del secondo gruppo, probabilmente più efficaci in termini di calo ponderale, sono però più complessi e invasivi dal punto di vista chirurgico, scarsamente e difficilmente reversibili, potenzialmente gravati da complicanze legate alla riduzione dell’assorbimento di nutrienti necessari al mantenimento del normale stato di salute. In ogni caso, la selezione del paziente, l’esecuzione dell’intervento e il follow-up a lungo termine devono essere attuati in centri altamente specializzati. [L.B.]
Cerca in Medicina A-Z