Morte improvvisa del neonato
Decesso improvviso e inatteso di un neonato considerato sino a quel momento in buona salute, oppure che aveva presentato sintomi la cui natura e la cui gravità non potevano far presagire un’evoluzione rapidamente fatale. Si parla di morte improvvisa inspiegata del neonato (o SIDS, Sudden Infant Death Syndrome) quando l’anamnesi, gli esami batteriologici, biologici e soprattutto anatomopatologici (autopsia) non permettono di trovare una spiegazione medica al decesso.
Frequenza
Nei Paesi industrializzati, la morte improvvisa del neonato rappresenta la principale causa di mortalità infantile durante il primo anno di vita. Si stima che la sua frequenza sia di 0,5 ogni 1000 nati vivi (1998); colpisce soprattutto i neonati dai 2 ai 4 mesi.
Nell’80-90% dei casi il decesso si verifica prima dei 6 mesi di vita.
Fattori di rischio
I nati prematuri, i neonati con un basso peso alla nascita e quelli che presentano alterazioni neurologiche o respiratorie sono più esposti degli altri alla morte improvvisa. Sembra che ciò sia dovuto a diversi fattori presenti nell’ambiente che circonda il bambino, i quali possono, in un determinato momento, agire in modo sinergico causandone la morte. Tra i più frequenti vi sono le infezioni virali e batteriche (la mortalità è 4-5 volte più alta durante l’inverno), un importante aumento della temperatura corporea dovuto a una causa esterna all’organismo (neonato troppo coperto, per esempio), il reflusso gastroesofageo, le apnee (arresto della respirazione) secondarie a un’infiammazione o a una malformazione delle vie aeree superiori, il fumo passivo.
Oggi si tende a consigliare di far dormire in posizione supina il bambino: questa precauzione ha infatti dimezzato la frequenza della morte improvvisa del neonato.
I tipici fattori di aggressione sono molto frequenti nel primo anno di vita, ma la grande maggioranza dei bambini li sopporta senza problemi.
Aiuto ai genitori
La morte improvvisa del neonato rappresenta un grave trauma per i familiari, che in genere provano forti sensi di colpa. I genitori si rimproverano di non aver prestato sufficiente attenzione al bambino, di aver sottovalutato un sintomo che, retrospettivamente, avrebbe potuto essere considerato un campanello d’allarme, arrivando al punto di mettere sotto accusa le persone incaricate di sorvegliare il bambino (baby sitter, nonni e così via). In realtà i genitori devono comprendere che la morte improvvisa del neonato è per definizione imprevedibile. È cioè ben distinta dai malori gravi, evidenti, che attirano l’attenzione e per i quali è impossibile mettere in atto misure di sorveglianza e trattamenti. La famiglia non ha dunque alcuna responsabilità per l’accaduto. L’autopsia del bambino è in genere necessaria, anche se agli occhi dei genitori sembra spesso inutilmente invasiva: identificando le cause della morte, consente di valutare le misure da adottare in seguito per eventuali altri figli.
In caso di nuova gravidanza Il rischio di recidiva di morti improvvise del neonato in una famiglia in cui questo dramma si è già verificato non è più elevato rispetto a quello della popolazione generale, ma si impone comunque un supporto psicologico nel corso delle gravidanze successive. Il neonato potrà essere sottoposto a esami specialistici: grazie all’identificazione e al trattamento dei possibili fattori di rischio, sia il bambino sia i genitori godranno di maggiore sicurezza. Il ricorso a un monitor cardiorespiratorio, apparecchio che permette di controllare la frequenza cardiaca e respiratoria, serve solo a placare le ansie dei genitori traumatizzati. In realtà tale apparecchio è spesso mal tollerato, perché gli allarmi si attivano con troppa facilità. In ogni caso, durante una successiva gravidanza è consigliabile consultare un medico esperto, in grado di assicurare alla famiglia una valida assistenza medica e psicologica.
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