Iniezione endovenosa
Introduzione di un liquido in vena tramite puntura.
Indicazioni
Un’iniezione endovenosa, immettendo il farmaco direttamente nella circolazione sanguigna, permette un’azione terapeutica diffusa in tutto l’organismo, che risulta più intensa e rapida di quella ottenibile per altre vie. Vi si fa ricorso anche quando i prodotti prescritti sono irritanti, e quindi poco adatti all’iniezione intramuscolare.
Preparazione e svolgimento
Un’iniezione endovenosa richiede conoscenze anatomiche ben precise (capacità di distinguere una vena da un’arteria, di individuare le vene e così via) e può essere praticata solo da personale specializzato, medici e infermieri diplomati. Prima di procedere si disinfetta il punto scelto per l’iniezione (nella maggior parte dei casi la piega del gomito, in cui le vene sono più visibili, ma sono adatti allo scopo anche l’avambraccio o la parte superiore della mano). Per far affiorare la vena è necessario applicare un laccio emostatico, che deve essere tolto subito dopo la penetrazione dell’ago, testimoniata dalla presenza di sangue nella siringa. L’iniezione endovenosa va praticata molto lentamente utilizzando siringhe da 5-10 ml e aghi lunghi 4-5 cm, con bisello corto. Una volta estratto l’ago, al termine della procedura, è bene esercitare per 3-4 minuti una pressione nel punto d’iniezione, per evitare che si formi un’ecchimosi.
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