LASSATIVI -Lassativi osmotici
I lassativi osmotici sono costituiti da sostanze (ioni o molecole) che sono difficilmente assorbibili dall’intestino e, di conseguenza, richiamano (per azione osmotica) acqua all’interno del lume intestinale. I lassativi osmotici salini devono la loro azione lassativa agli ioni, per esempio quelli di magnesio, solfato o fosfato. Maggiore è la loro concentrazione nel lume intestinale, maggiore è l’azione osmotica che esercitano e quindi l’acqua che riescono a trattenere nell’intestino.
Gli ioni fosfato e solfato, piuttosto che magnesio, sono comunque parzialmente assorbibili nell’intestino, e i loro sali devono quindi essere assunti rapidamente e in quantitativi sufficienti per avere un effetto lassativo. I sali più comunemente utilizzati sono il magnesio idrossido (cosiddetto latte di magnesia) e il solfato di magnesio (noto anche come sale di Epsom): del primo se ne utilizzano 1,5-3,5 g al giorno, del secondo 5-10 g al giorno.
L’uso continuativo di questi lassativi viene sconsigliato sia perché alcuni pazienti tendono a sviluppare tolleranza nei loro confronti (dopo un po’ di tempo l’effetto lassativo non si presenta più) sia per il possibile accumulo di magnesio, evento particolarmente rischioso nel caso in cui i soggetti siano affetti da insufficienza renale. Gli osmotici a base di zuccheri e di polialcoli agiscono come quelli salini, cioè richiamando acqua nel lume intestinale, tuttavia al contrario di questi ultimi subiscono processi fermentativi da parte della flora batterica. Nel caso per esempio del lattulosio, molto utilizzato come lassativo, il processo di fermentazione produce elementi quali acido lattico, formico, acetico, non assorbibili nel colon e veri responsabili dell’azione osmotica, quindi del richiamo di acqua e dell’effetto lassativo. La flora batterica del colon è in grado di “metabolizzare” completamente fino a 80 g di lattulosio al giorno, e poiché il dosaggio di lattulosio normalmente utilizzato è di 10-20 g al giorno, è evidente che la sua azione lassativa dipende principalmente dai processi di fermentazione che avvengono.
È utile anche osservare che durante questi processi fermentativi 10 g di lattulosio producono circa 1 l di gas (idrogeno e anidride carbonica): anche se la maggior parte dei gas prodotti sono riassorbiti dall’intestino ed eliminati tramite la respirazione, una parte di essi, in taluni soggetti, può essere responsabile di quel fastidioso gonfiore addominale e meteorismo che a volte limitano l’utilizzo di questo prodotto. Discorso analogo, in termini di efficacia e meccanismo, vale per sorbitolo e mannitolo, entrambi di origine naturale.
Il polietilenglicole è un polimero in grado di trattenere acqua nel lume, grazie alla sua specifica capacità di interagire con l’acqua in soluzione legandola e sequestrandola. Il polietilenglicole maggiormente utilizzato è il PGE 3350 (il numero indica il peso molecolare del polimero). Essendo il PGE una sostanza inerte, non attaccabile né dagli enzimi digestivi nè dalla flora batterica intestinale, esso arriva intatto nel colon, dove svolge la sua azione lassativa osmotica aumentando la frequenza delle defecazioni e la “sofficità” delle feci.
La glicerina è un altro popolare lassativo osmotico che, non essendo efficace quando assunto per via orale (è completamente assorbibile nell’intestino), viene utilizzato solamente per via rettale.
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