ImpLANTOLOGIA -Complicazioni
- Perdita dell’impianto (rigetto): in realtà non si verifica un vero e proprio rigetto dell’impianto, in quanto il titanio di cui questo è costituito è un metallo biologicamente inerte (non provoca cioè alcun tipo di risposta immunitaria dell’organismo in cui viene posizionato). A volte, però, gli impianti possono non integrarsi al tessuto osseo e quindi fallire, per diversi motivi, nell’arco di alcune settimane dall’intervento: questi motivi possono consistere in errori tecnici durante l’inserimento (surriscaldamento dell’osso, contaminazione dell’interfaccia osso/impianto), mancanza di stabilità primaria dell’impianto per insufficiente quantità e/o qualità ossea, sollecitazioni eccessive derivanti da una protesi incongrua o posizionata prematuramente, inadeguata igiene orale domiciliare del paziente. La perdita di un impianto non costituisce una controindicazione assoluta a una successiva chirurgia implantare.
- Infezione del tessuto osseo di sostegno all’impianto (peri-implantite): la resistenza di un impianto all’infezione determinata dalla placca batterica è minore rispetto a quella di un dente naturale, poiché manca il legamento parodontale. Ciò determina un rischio più elevato di infezione e un decorso più aggressivo della stessa, con rapido interessamento delle strutture ossee profonde e, di conseguenza, perdita dell’osteointegrazione e dell’impianto stesso.
- Alterazioni della sensibilità (parestesia o disestesia) del labbro inferiore, per lesione diretta del nervo alveolare inferiore da parte delle frese utilizzate per la preparazione chirurgica del sito implantare oppure per lesione indiretta da compressione causata dall’edema dei tessuti e/o dall’impianto stesso. A seconda dell’entità della lesione, gli effetti possono essere transitori o irreversibili. [A.S.]
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