HERPES GENITALE -Diagnosi
La diagnosi viene effettuata sulla base dell’aspetto delle lesioni e dei disturbi riferiti dal paziente, ma il riscontro all’esame microscopico delle caratteristiche cellule giganti multinucleate, negli strisci di cellule prelevate dalle lesioni e colorate con Wright-Giemsa (test di Tzanck), permette di confermare in modo definitivo il sospetto clinico.
La diagnosi può essere ulteriormente confermata dall’esame colturale, dal test di immunofluorescenza diretta o dalla sierologia. Nel primo caso il prelievo di materiale si effettua con un tampone dalla base delle lesioni ulcerate (o per aspirazione da una vescica), quindi il campione viene posto in un idoneo terreno di trasporto per virus e “seminato” in coltura tissutale: entro 24-48 ore si produce un caratteristico effetto di sofferenza delle cellule (effetto citopatico). Il test di immunofluorescenza diretto viene eseguito sul liquido delle vescicole o sul materiale asportato mediante raschiamento per mettere in evidenza gli antigeni intracellulari di HSV: due campioni di siero, prelevati a distanza di 10-14 giorni, possono rivelare l’aumento del contenuto di anticorpi nelle infezioni primarie.
L’herpes genitale può complicarsi con infezione meningea (meningite asettica), del midollo spinale (mielite trasversa), con disfunzioni del sistema nervoso autonomo o con una grave nevralgia a carico delle regioni sacrali. La meningite asettica si presenta con febbre, cefalea, vomito, intolleranza alla luce (fotofobia) e rigidità nucale circa 3-12 giorni dopo l’esordio di lesioni genitali primarie o ricorrenti. Vi è aumento dei globuli bianchi, specie dei linfociti; anche le proteine del liquor risultano lievemente aumentate.
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