Fumo di tabacco e salute
Il fumo di tabacco è stato considerato per decenni come una semplice abitudine voluttuaria o come un “vizio”: in realtà si tratta di una dipendenza, e come tale nel 1994 è stata inserita a pieno titolo dall’American Psychiatric Association tra le malattie psichiatriche. Il Manuale diagnostico e statistico delle malattie mentali (DSM, dall’acronimo inglese), stilato dall’associazione, classifica la dipendenza da nicotina a fianco delle altre dipendenze da droghe poiché anche questa sostanza, al pari di tutte quelle che provocano dipendenza, possiede la capacità di indurre un senso di piacere, che comporta il desiderio di riprovare l’esperienza e di aumentare la dose per ottenere i risultati sperati; inoltre è ben conosciuta la sindrome di astinenza da nicotina, che comprende quattro o più dei seguenti sintomi: umore inquieto, insonnia, irritabilità, impazienza, aggressività, aumento dell’ansia, difficoltà di concentrazione, irrequietezza, rallentamento del battito cardiaco, aumento dell’appetito o del peso. La nuova consapevolezza raggiunta circa i pericoli del fumo di tabacco è importante sia per i fumatori stessi sia per la società, che ha cambiato il suo atteggiamento verso quest’abitudine e considera ora il fumatore più come un malato che come un “colpevole”. Inoltre è noto che il fumo è una patologia pediatrica: infatti, si diventa spesso fumatori nella prima adolescenza, quando la pressione dei pari e dell’ambiente sociale (dove spesso il fumo è tollerato), unita alla curiosità di nuove esperienze caratteristica di questa età, incoraggia a primi tentativi che spesso si concludono con il reclutamento di un nuovo fumatore nella già ampia schiera di tabagisti.
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