Fumo di tabacco e salute -Epidemiologia della malattia
Il fumo di tabacco è considerato come una vera e propria malattia epidemica, un contagio che si trasmette attraverso canali culturali, sociali ed economici con una progressione tipica delle malattie contagiose: presenta infatti una fase di diffusione moderata, seguita da una fase di ascesa costante fino al raggiungimento di un plateau di stabilizzazione, quando il ricambio dei nuovi entrati corrisponde approssimativamente all’uscita degli “anziani”, cioè al numero degli ex-fumatori.
I dati statistici più recenti in merito alla diffusione del fumo in Italia indicano che dal 1997 al 2004 si è assistito a una lenta ma progressiva riduzione della percentuale di fumatori, nel 2004 attestatasi attorno al 23% degli italiani con età superiore ai 14 anni. La tendenza è proseguita nel 2005 dopo l’introduzione della legge 3/2003 (legge Sirchia) sul divieto di fumo nei locali pubblici, mentre nel 2006 si stima un leggero rialzo dei consumi di sigarette, correlato a un lieve aumento nel numero dei fumatori. La fascia di età in cui il fumo è più diffuso è quella compresa tra i 24 e i 44 anni, anche se va sottolineato che la percentuale di ragazze fumatrici di 15-23 anni è in continua ascesa e sta per oltrepasssare l’altro sesso. Particolare attenzione va posta sugli ex-fumatori, che in Italia sono ben 9,1 milioni (5,8 maschi e 3,3 femmine), un numero elevatissimo che dimostra come smettere di fumare sia possibile: se sommati al numero degli italiani che non hanno mai fumato (29 milioni), si ottiene una stima di 38 milioni di cittadini che non fumano, cioè il 75% della popolazione di età superiore ai 15 anni. Questo dato può essere utile quando si confrontano le opinioni degli adolescenti, che spesso si giustificano sostenendo che fumare sia un’abitudine maggioritaria cui occorre adeguarsi.
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