Framboesia
Malattia infettiva endemica dovuta a una varietà di treponemi, il Treponema pertenue. Si riscontra soprattutto nei paesi a clima caldo e umido (Africa tropicale, Guyana, Asia).
La trasmissione avviene solitamente nell’infanzia, soprattutto per contatto epidermico diretto con la lesione di un soggetto infetto (l’agente responsabile è molto fragile e non può sopravvivere a lungo nell’ambiente). Sono stati riportati casi di contaminazione da insetti vettori (mosche).
Sintomi e segni
L’ evoluzione della framboesia attraversa tre fasi.
La prima fa seguito a un’incubazione di circa 4 settimane e coincide con l’insorgenza di papule granulomatose di diametro pari a 1,5-2 cm, concentrate soprattutto negli arti inferiori (framboesioma o framboesia madre). Talvolta si osservano ulcerazioni superficiali nella bocca o sul petto. Possono associarsi dolori ossei, febbre e cefalee.
La fase secondaria subentra da 3 a 6 mesi dopo l’apparizione dei primi segni, con lesioni in rilievo di colore rosato, che si rompono facilmente ricoprendosi di una crosta e si presentano raggruppate in placche o in forma di anello sugli arti inferiori. Sotto il piede, il framboesioma provoca un ispessimento dell’epidermide, che si ulcera rendendo dolorosa la deambulazione. In un secondo tempo, lesioni secche riunite in placche fanno la loro comparsa su spalle e cosce. In questo stadio è frequente l’insorgenza di osteite o periosteite. Possono inoltre associarsi tumori facciali, necrosi e ulcerazione del rinofaringe.
La terza fase subentra dopo anni di latenza e consiste in ulcerazioni o lesioni gommose multiple alle ossa. A differenza della sifilide, la framboesia non provoca manifestazioni viscerali né lesioni nervose.
Diagnosi e trattamento
La diagnosi si basa sull’individuazione del Treponema pertenne nelle lesioni della prima fase e sulla positività delle reazioni sierologiche nelle fasi successive. Da un punto di vista sierologico la distinzione tra framboesia e sifilide risulta tuttavia impossibile e questo pone al medico seri problemi di interpretazione, in particolar modo nell’adulto. Il trattamento, in genere efficace, consiste nella somministrazione di penicillina a dosi elevate, per via intramuscolare.
Se la malattia viene trattata all’esordio è sufficiente una sola iniezione.
Nelle forme avanzate è invece necessario continuare il trattamento per almeno 15-20 giorni. Sono possibili sequele di carattere osseo o epidermico.
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