Farmaci antipertensivi -Sette “famiglie” di farmaci per curare la pressione alta
Come sempre la prima cosa da fare è modificare le cattive abitudini di vita: mancanza di esercizio fisico, sovrappeso, consumi alimentari scorretti (per esempio cibi troppo salati), fumo di sigaretta e così via.
Molto spesso, però, tutto questo è insufficiente ed è necessario ricorrere ai farmaci. In questo campo la ricerca ha prodotto numerosi prodotti efficaci, sicuri e, generalmente, molto ben tollerati. Le principali famiglie di farmaci sono sette, ognuna composta da più membri (a volte anche molto numerosi) per cui i singoli prodotti a disposizione del medico sono alcune decine. All’interno della stessa famiglia il meccanismo d’azione è lo stesso per tutti, ma vi possono essere comunque delle differenze, quali la durata d’azione, la via attraverso al quale l’organismo elimina il farmaco, il costo e così via. In questo campo non esistono farmaci forti o farmaci deboli, dal momento che tutti hanno dimostrato la capacità di ridurre la pressione arteriosa in modo abbastanza simile. È però vero che ogni persona è diversa dalle altre e, quindi, che per un paziente può essere più indicata una famiglia di farmaci rispetto a un’altra. Il medico sceglierà quindi quanto è più adatto a ogni singola persona.
È anche altrettanto vero che, per motivi non ben chiari, all’interno della stessa famiglia un prodotto può essere efficace in un paziente e non in un altro e viceversa. Sfortunatamente non è possibile prevedere chi non “risponderà” a un farmaco; per questo motivo, dopo aver effettuato la scelta, non è raro che il medico debba sostituire il prodotto prescritto e che non si è dimostrato efficace (o sufficientemente efficace). Non si tratta quindi di un errore o di un incidente di percorso, ma di una possibilità ben nota che non deve preoccupare. La sensibilità individuale ai farmaci giustifica questo fenomeno e non bisogna quindi pensare che il medico “vada a tentativi”: egli segue certamente una logica nella scelta dei farmaci, ma ciascun soggetto iperteso può rispondere in modo diverso!
Diuretici Si tratta dei primi farmaci utilizzati per la terapia dell’ipertensione arteriosa; nonostante ciò, l’esatto meccanismo per cui la pressione arteriosa viene ridotta non è perfettamente noto. Un ruolo importante viene svolto dalla loro azione sul sodio e sul bilancio dei liquidi nell’organismo. Va ricordato poi che un diuretico è efficace anche se non fa “urinare di più”. I diuretici non solo sono efficaci da soli, ma potenziano l’efficacia di molti altri farmaci antipertensivi.
ß-bloccanti Anch’essi sono noti da molto tempo e si differenziano tra loro per varie caratteristiche, per cui il medico potrà, di volta in volta, sceglierne uno piuttosto che un altro.
Questi farmaci agiscono su più fronti: sul cuore, sulle arterie, a livello del rene e del sistema nervoso simpatico, in particolare sui recettori beta-adrenergici (da ciò deriva il nome di questa famiglia di farmaci).
Calcio-antagonisti Questa famiglia è stata scoperta più di recente rispetto ai diuretici e ai β-bloccanti. Anche i farmaci che ne fanno parte si differenziano tra loro per diverse caratteristiche; tutti però agiscono sui canali che trasportano il calcio a livello delle cellule (da qui il loro nome).
Il principale meccanismo d’azione è la riduzione della resistenza al flusso del sangue, grazie a una dilatazione delle arterie.
ACE-inibitori Sono il quarto gruppo in ordine di tempo rispetto alla loro introduzione nell’armamentario terapeutico che il medico ha a disposizione per la lotta all’ipertensione.
Agiscono su un’importante sostanza che regola la pressione arteriosa, l’angiotensina, interagendo con il suo meccanismo di produzione in un punto specifico (enzima di conversione dell’angiotensina, in sigla inglese ACE, da cui in nome).
Bloccanti del recettore dell’angiotensina (sartani) Noti anche con la sigla inglese ARB, i bloccanti del recettore dell’angiotensina costituiscono l’ultima classe di antipertensivi in ordine di tempo, anche se la loro commercializzazione è in atto ormai da molti anni. Sono più noti con il nome di sartani e agiscono anch’essi sulla produzione di angiotensina. Per questo motivo, insieme agli ACE-inibitori, formano la più ampia classe dei farmaci che agiscono sul sistema renina-angiotensiva, dunque su un importante meccanismo implicato sulla regolazione della pressione sanguigna.
Bloccanti dei recettori a-adrenergici Questi farmaci sono generalmente usati in associazione con altre categorie di antipertensivi. Come si intuisce dal loro nome, essi agiscono su un punto preciso (il “recettore alfa”) importante per il sistema nervoso simpatico in quanto controlla la dilatazione delle arterie e delle vene.
Farmaci ad “azione centrale” Si tratta di una categoria eterogenea di farmaci che, come dice il nome, agiscono sul sistema nervoso centrale.
Essi vengono generalmente utilizzati non come prima scelta bensì in associazioni con altri farmaci, quando i trattamenti non si rivelano sufficientemente efficaci.
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