Extrasistole
Contrazione cardiaca anormale che insorge prematuramente nel corso del ciclo cardiaco.
Tipi di extrasistole
Si distinguono, in base al luogo di origine, tre tipi di extrasistole: atriali (che nascono dagli atri), giunzionali o nodali (che si producono alla giunzione atrioventricolare) e ventricolari (che nascono dai ventricoli).
Cause e sintomi
Nella maggior parte dei casi le extrasistoli sono dovute all’ipereccitabilità elettrica di una zona limitata del miocardio. Possono passare del tutto inavvertite, o al contrario accompagnarsi alla sensazione di colpi nel petto, palpitazioni, malessere o pausa cardiaca.
Diagnosi
Le extrasistoli possono essere facilmente individuate mediante la misurazione del polso e, soprattutto, l’auscultazione cardiaca prolungata, che rivela l’irregolarità dei battiti cardiaci. La diagnosi viene confermata dall’elettrocardiografia. Se il medico lo ritiene necessario, può prescrivere una registrazione elettrocardiografica per 24 ore (Holter), che permette di valutare con maggiore precisione le caratteristiche del fenomeno: sede, numero, ripetizioni casuali o identiche, esistenza e durata di una pausa extrasistolica, variabilità nell’arco delle 24 ore.
Evoluzione
L’evoluzione è strettamente legata al tipo di extrasistole e all’esistenza o meno di una cardiopatia associata. Extrasistoli atriali o giunzionali poco numerose sono benigne nel cuore sano e possono anche non essere curate. Non bisogna invece trascurare le extrasistoli frequenti, soprattutto in caso di cardiopatia soggiacente. Esse possono provocare una fibrillazione atriale, un disturbo del ritmo che può avere un’evoluzione negativa e di cui è quindi necessario individuare le cause, in modo da poter aggiustare il trattamento.
Le extrasistoli ventricolari non devono mai essere trascurate perché si manifestano di rado in un cuore sano, mentre si riscontrano in varie cardiopatie. Nell’infarto del miocardio, per esempio, possono ripetersi frequentemente e determinare la comparsa di una tachicardia ventricolare o di una fibrillazione ventricolare, di per sé mortale senza trattamento d’urgenza (con cardioversione, cioè shock elettrico esterno). Per valutare la potenziale gravità delle extrasistoli ventricolari ci si basa sul loro numero, sulla precocità, sull’esistenza di forme ripetitive e sulla morfologia (da cui si deduce se è presente un unico focolaio di ipereccitabilità ventricolare, o se ve ne sono diversi).
Trattamento
Non è sistematico e dipende dal carattere più o meno sintomatico delle extrasistoli, nonché dalla loro sede, frequenza e associazione con una cardiopatia. Per quanto possibile, il trattamento deve essere rivolto alla causa del fenomeno. Talvolta consiste nella somministrazione di antiaritmici.
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