Edema oculare
Infiltrazione di liquido sieroso nei tessuti dell’occhio.
Edema congiuntivale Infiltrazione di liquido sotto la congiuntiva, nota anche come chemosi; può essere dovuta a contusione, ustione o congiuntivite allergica e si manifesta con un rigonfiamento indolore e spesso traslucido della congiuntiva. Visibile all’esame clinico, l’infiltrazione è trattata con l’applicazione locale di colliri o pomate antinfiammatorie.
Edema corneale Infiltrazione di liquido negli strati della cornea; può essere conseguenza di un trauma (contusione, ferita, ustione) o un’infiammazione (cheratite), oppure dimostrare l’aggravamento di un’anomalia congenita, e si manifesta con l’ispessimento della cornea, che perde trasparenza, e la diminuzione dell’acuità visiva. La diagnosi si basa sull’esame dell’occhio al biomicroscopio, il trattamento sull’applicazione locale di colliri antinfiammatori e antiedemigeni.
Edema maculare Infiltrazione di liquido sotto la macula (la parte della retina responsabile dell’acuità visiva): è legata all’occlusione della vena centrale della retina o a un’affezione della retina stessa, imputabile a diabete o a ipertensione arteriosa, e si traduce in una diminuzione importante dell’acuità visiva che può provocare essudati plasmatici in tutta la retina o un suo sollevamento localizzato. Un edema maculare cistoide si compone di piccole cisti giustapposte, che in mancanza di trattamento possono distruggere progressivamente la retina, in alcuni mesi o anni. L’angiografia oculare mette in evidenza l’edema maculare, il cui trattamento è rivolto alla causa.
Edema palpebrale Infiltrazione di liquido sotto la palpebra conseguente a un trauma o a un’infiammazione (per esempio orzaiolo). Si manifesta con un gonfiore ben visibile di una o di entrambe le palpebre, talvolta accompagnato da arrossamento, da una sensazione di calore o da dolore. Il trattamento si basa sull’uso di antinfiammatori, somministrati localmente o per via generale.
Edema papillare Infiltrazione di liquido nella papilla ottica (testa del nervo ottico). Può essere dovuta a ipertensione intracranica, e in tal caso colpisce entrambi gli occhi.
Se è unilaterale, può essere indicativa di un’infiammazione della papilla (papillite) o di insufficiente irrorazione sanguigna (ischemia papillare). La si riscontra anche nella sclerosi a placche. L’edema papillare comporta una diminuzione dell’acuità visiva. Visibile all’esame del fondo dell’occhio, la papilla edematosa appare più sporgente e i suoi contorni più sfumati. Possono verificarsi emorragie periferiche più o meno abbondanti, oltre a una dilatazione di capillari e vene. Il trattamento è rivolto alla causa; un edema papillare regredisce in un lasso di tempo variabile da qualche giorno a qualche mese. Se le fibre visive vengono distrutte, può avere come conseguenza un’atrofia ottica (caratterizzata da una papilla piatta e bianca), che compromette la visione (dall’amputazione del campo visivo sino alla completa cecità).
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