Claudicatio intermittens
Sindrome caratterizzata da dolore o debolezza muscolare, che insorge durante la deambulazione costringendo il soggetto a fermarsi. Le cause possono essere vascolari o neurologiche.
Claudicatio intermittens vascolare È provocata da un’arteriopatia degli arti inferiori, ossia da una stenosi delle arterie, in genere per aterosclerosi (deposito di una placca ateromatosa). All’esordio della malattia, il dolore non si manifesta a riposo, perché i muscoli dispongono di ossigeno a sufficienza. Per contro, dopo uno sforzo piuttosto prolungato la richiesta di ossigeno aumenta e le arterie non sono più in grado di soddisfarla, fenomeno che provoca dolore. Questo, localizzato ai polpacci, più raramente alle cosce o ai glutei, è di tipo crampiforme e si manifesta dopo un dato perimetro di marcia, vale a dire che in un dato soggetto insorge sempre dopo che ha percorso la stessa distanza. Il paziente è costretto a fermarsi e il dolore si placa nel giro di qualche minuto. La ripresa della deambulazione comporta la ricomparsa del dolore.
Claudicatio intermittens neurologica È dovuta a compressione del midollo spinale o delle radici dei nervi all’interno della colonna vertebrale, che impedisce al sistema nervoso di inviare l’impulso ai muscoli dopo uno sforzo protratto. Si manifesta con improvvisa debolezza o rigidità delle gambe, che può essere associata a lombalgie o a sciatica. Anche in questo caso, l’esistenza di un perimetro di marcia è un elemento caratteristico: se, quando lo ha percorso, il malato non si ferma, corre il rischio di cadere. I disturbi possono diventare bilaterali dopo un certo lasso di tempo.
Evoluzione e trattamento della claudicatio intermittens
L’evoluzione della claudicatio intermittens non trattata è caratterizzata dalla persistenza dei sintomi (dolore, paralisi), che possono manifestarsi anche a riposo. Il trattamento è rivolto alla causa.
Cerca in Medicina A-Z