Cistouretrografia minzionale
Esame radiologico della vescica e dell’uretra.
Indicazioni e controindicazioni
La cistouretrografia minzionale permette di analizzare la funzionalità e la morfologia della vescica e dell’uretra. Mette inoltre in evidenza un reflusso vescicoureterorenale che segnala una malformazione all’altezza del punto di abboccamento dell’uretere nella vescica. È controindicata in caso di infezione urinaria.
Tipi di cistouretrografia minzionale
L’ esame può venire praticato in ambito ospedaliero o in un gabinetto radiologico. A prescindere dalla tecnica adottata, consiste nel realizzare lastre prima, durante e dopo la minzione, in seguito alla somministrazione di un mezzo di contrasto iodato e alla sua progressione nella vescica e nell’uretra.
La cistouretrografia minzionale praticata in corso di urografia endovenosa implica l’iniezione endovena di un mezzo di contrasto. La vescica si riempie così di urina radiopaca e le lastre fotografiche permettono di valutare, oltre alla morfologia dell’uretra, l’esistenza di un residuo vescicale postminzionale.
L’esame dura da 60 a 90 minuti. La cistouretrografia minzionale con puntura sovrapubica consiste nell’iniettare, eventualmente sotto controllo ecografico, un mezzo di contrasto nella vescica con l’ausilio di un ago introdotto per via sovrapubica. L’esame, che richiede l’anestesia locale, dura circa 30 minuti. La cistouretrografia minzionale retrograda, o cistouretrografia minzionale ascendente, consiste nell’iniettare un mezzo di contrasto tramite una sonda introdotta nell’uretra, per poi farlo rifluire verso la vescica. Questo esame, che non richiede anestesia, dura circa 30 minuti.
Effetti secondari
Il soggetto riprende le sue normali attività subito dopo l’esame, anche se può accadere che nelle ore successive lamenti leggeri dolori legati alla minzione. A differenza della cistouretrografia minzionale con puntura sovrapubica e della cistouretrografia minzionale retrograda, quella praticata nel quadro di un’urografia endovenosa può provocare reazioni allergiche allo iodio (nausea, vomito, ipotensione arteriosa), evitabili con un trattamento antiallergico preventivamente prescritto ai pazienti sensibili.
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