Acido ossalico
Acido organico di origine endogena (ovvero interna all’organismo: viene sintetizzato a partire dall’aminoacido glicina) o esogena, ossia alimentare (è contenuto soprattutto in vegetali quali l’acetosa, gli spinaci e il rabarbaro, o in bevande come il tè e il caffè).
L’acido ossalico fissa il calcio. In ambiente acido, nell’urina in particolare, può cristallizzarsi sotto forma di calcoli. Il tasso sanguigno di acido ossalico è normalmente basso: poiché gli alimenti ricchi di acido ossalico (soprattutto acetosa e rabarbaro) possono farlo aumentare, questi vanno evitati in presenza di ossalosi (malattia ereditaria dovuta a un’anomalia del metabolismo della glicina) o di calcoli urinari. L’acido ossalico puro, altamente tossico, è utilizzato nell’industria, in genere come antiruggine.
Intossicazione
L’intossicazione acuta da acido ossalico si manifesta con dolori addominali e vomito, seguiti a breve distanza da tremore e convulsioni, e da successiva anuria (ossia arresto della produzione di urina da parte dei reni), che può risultare anche in esiti letali.
L’intossicazione cronica di acido ossalico determina necrosi cutanee in caso di contatto o disturbi renali in caso di inalazione prolungata. Il trattamento consiste nella rapida eliminazione dell’acido ossalico inducendo diarrea o praticando una lavanda gastrica. Il paziente dovrà poi assumere dosi supplementari di calcio.
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