Primo Soccorso
Situazioni dolorose
La terapia “conservativa”
I disturbi provocati dall’ernia del disco possono risolversi con i trattamenti conservativi, ossia non chirurgici. Numerosi studi hanno provato che le ernie del disco lombare, in un’elevata quota di casi, regrediscono spontaneamente del tutto o in larga parte.
Il miglioramento è rapido entro i primi tre mesi ed è attribuibile a meccanismi di riassorbimento.
L’ernia discale è dunque un fenomeno dinamico, che nella maggior parte dei casi evolve in modo favorevole. Anche i problemi a livello delle radici nervose causati dall’ernia del disco lombare (salvo alcune eccezioni che i medici conoscono bene, quali la sindrome della cauda equina e la perdita progressiva della funzione motoria) possono avere dunque una storia naturale favorevole.
Per anni si è pensato che il materiale “erniato” determinasse una vera e propria compressione “meccanica” sulla radice: attualmente, invece, la teoria più accettata è che in realtà si tratti di un fenomeno infiammatorio del nervo, causato non tanto dallo schiacciamento, quanto piuttosto dal rilascio di varie sostanze contenute nel nucleo discale e che sono dotate di azioni fortemente lesive per il nervo. Questa nuova spiegazione non è di poco conto: infatti, se la lesione fosse solo “compressiva”, la soluzione sarebbe inevitabilmente la decompressione, ossia un intervento di tipo meccanico, spesso chirurgico. Se invece ci si rende conto che la lesione è chimica, allora si aprono speranze per altre tipologie di cura. Per questi motivi la terapia di prima scelta è quella “non chirurgica” (detta anche conservativa), indirizzata sostanzialmente a ridurre il dolore, a migliorare la motilità del rachide lombare e recuperare eventuali deficit motori periferici. Cosa si fa in questo caso? In prima istanza, si ricorre ai farmaci. L’uso di paracetamolo o dei farmaci antinfiammatori non cortisonici (FANS) è raccomandabile per ridurre la sintomatologia dolorosa, ma solo per periodi di tempo non prolungati. Non si deve infatti dimenticare che i FANS possono avere seri effetti collaterali, specialmente nei soggetti anziani. Il paracetamolo, in associazione con codeina o con tramadolo, può rappresentare un’efficace alternativa.
In caso di dolore molto acuto si può ricorrere anche agli oppiodi maggiori (ossicodone). I cortisonici possono essere utilizzati per brevi periodi, ricordandone con particolari precauzioni nei pazienti anziani, nei diabetici e negli ipertesi. I miorilassanti hanno un’efficacia limitata e devono essere utilizzati in associazione con i farmaci sopra elencati.
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