Vitamina C
Vitamina idrosolubile che partecipa alla produzione di alcuni neurotrasmettitori (sostanze che permettono la trasmissione dell’impulso nervoso), al metabolismo del glucosio, dell’acido folico e di alcuni aminoacidi, alla neutralizzazione dei radicali liberi, a determinate reazioni immunitarie, facilitando inoltre l’assorbimento del ferro da parte del tubo digerente; viene detta anche acido ascorbico.
Fabbisogno e fonti
L’apporto nutrizionale consigliato di vitamina C è compreso tra i 60 e i 90 mg al giorno per i bambini, tra i 110 e i 120 mg per gli adolescenti e gli adulti. L’apporto raccomandato è più elevato per i fumatori (più di 10 sigarette al giorno), nell’ordine di 135 mg.
Le principali fonti alimentari di vitamina C sono le verdure e la frutta crude, e le patate. Questa vitamina è facilmente ossidabile e molto sensibile al calore e ai raggi ultravioletti.
Carenza
La carenza di vitamina C, rara nei Paesi in via di sviluppo ed eccezionale in quelli industrializzati, è responsabile dello scorbuto. Dovuta ad apporto alimentare insufficiente, malassorbimento digestivo, aumento del fabbisogno ed eccessiva eliminazione, questo disturbo colpisce in genere gli anziani, gli alcolisti, i soggetti che soffrono di malassorbimento cronico o sono nutriti per via parenterale senza integratori di vitamina C. Si manifesta con stanchezza, dolore osteoarticolare, edemi, gengivite, emorragie. Sembra che gli stati di subcarenza, precedenti la carenza vera e propria, siano più frequenti; sono attualmente in corso studi sulle possibili correlazioni tra un deficit di apporto di vitamina C e diverse patologie (cancro, malattie cardiovascolari ecc.).
Impiego terapeutico e ipervitaminosi
La somministrazione di vitamina C è prescritta per via orale nel trattamento della carenza corrispondente, degli stati di astenia, di alcune alterazioni capillari o venose, e per via endovenosa in caso di metemoglobinemia (aumento anomalo della concentrazione sanguigna di metemoglobina, molecola di emoglobina inadatta al trasporto di ossigeno). Contrariamente a un’idea diffusa, la vitamina C non ha alcun effetto sul virus dell’influenza. L’assunzione eccessiva (attraverso integratori farmacologici) può comportare agitazione e insonnia, ma non va considerata pericolosa, poiché l’eccesso è eliminato nelle urine. Per dosi pari o inferiori a 1000 mg al giorno non esistono di conseguenza controindicazioni. Dosi superiori devono essere somministrate soltanto in caso di emocromatosi (malattia conseguente all’accumulo di ferro nell’organismo), di litiasi urinaria ossalica, di deficit di glucosio-6-fosfato deidrogenasi e di insufficienza renale.
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